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Il CRM nelle strategie degli Automotive retailers: il caso Maldarizzi

Il contesto economico degli ultimi anni ha evidenziato una tendenza indirizzata verso una ripresa economica dei mercati maturi, ma anche una crescita di quelli in espansione nel settore Automotive. I paesi emergenti stanno guidando il trend positivo dei mercati e della produzione industriale, nel contempo le economie avanzate stanno cercando strumenti e strategie efficaci che permettano di affrontare il calo della domanda mutando la propria produzione su segmenti di mercato in cui la concorrenza sia meno stringente. Le innovazioni di prodotto e di processo adottate da molte aziende per differenziarsi dalla concorrenza si sono dimostrate le armi vincenti per il raggiungimento di tale obiettivo. La necessità di formulare un differente ed attuale approccio al cliente ha spinto le aziende all’adozione di innumerevoli novità in termini di marketing e di customer relationship management (CRM), elementi essenziali per sostenere l’immagine e le operazioni commerciali sia delle imprese produttrici sia dei dealer.
In altre parole il CRM è rappresentato dalla gamma di attività che contribuiscono a migliorare i rapporti con i clienti e, di conseguenza le vendite e la fedeltà. Per un’azienda il patrimonio più importante è rappresentato dai clienti.
Negli ultimi anni le aziende che hanno adottato la politica CRM hanno implementato strumenti software e servizi web in grado di aiutarli nella gestione del cliente, di tracciarne la storia e le abitudini.

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5 CAPITOLO 1 -TREND DI MERCATO DELL’INDUSTRIA AUTOMOTIVE 1.1. L’economia mondiale La crescita dell’economia mondiale per l’anno 2015, secondo il Fondo Monetario Internazionale, è stata del 3,2%, subendo un leggero calo nella seconda metà dell’anno. Rispetto ai dati acquisiti nel mese di aprile dello stesso anno, le proiezioni esprimono una diminuzione generale dal +3,2% al +3,1% per il 2016 e dal +3,5% al +3,4% per il 2017. Tali percentuali sono frutto di una crescita del 2,1% delle economie avanzate e di una attenuazione dei rialzi nel 2016 e 2017 tra il +1,6% e il +1,8%. Le aspettative di crescita delle economie emergenti non sono state rispettate, arrestando la crescita al 4% nel 2015, il dato più basso dalla crisi finanziaria del 2008/2009; la ripresa sarà graduale attestandosi al +4,2% nel 2016 e al +4,6% nel 2017. Il quadro internazionale è stato fortemente condizionato da una contrazione dell’economia cinese (soprattutto riduzione degl’investimenti e calo dell’import/export), dal dimezzamento del prezzo del petrolio (47% rispetto al prezzo medio del 2014), dalla caduta dei prezzi dei prodotti energetici, dalle decisioni sui temi finanziari della politica monetaria degli USA, dalla recessione del Brasile e della Russia e dall’instabilità politico- militare ed economica di molti stati del Nordafrica e del Medio Oriente. Nelle economie avanzate si è registrato un rallentamento imputabile sia al Giappone per il calo dei consumi privati che ad alcune economie avanzate dell’Asia.Il mercato del lavoro degli USA si attesta su risultati inferiori alle aspettative, sebbene rimanga ancora particolarmente dinamico. Nell’area europea altresì, Pil e mercato del lavoro non hanno ancora superato i livelli pre-crisi. La Banca Centrale Europea (BCE) ha introdotto, per favorire la crescita e gli investimenti, il quantitative easing (o QE) nel tentativo di limitare i debiti pubblici degli stati ed i tassi d’interesse delle banche. Risultano in sofferenza le economie di Russia e Brasile a causa del calo dei prezzi delle materie prime e del petrolio mentre, tra i paesi emergenti, la Cina mantiene, nonostante le difficoltà, un tasso di crescita significativo del 6,9%. Il calo del prezzo del petrolio è stato determinato da svariati fattori, legati al calo della domanda dell’Eurozona, che attraversa una fase di stagnazione economica, alla frenata di alcune potenze economiche internazionali ed all’aumento di energia ricavata da fonti

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