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Il diritto alla ''giusta'' informazione

Il diritto ad essere informati, è un diritto appartenente a tutti gli individui, ma ancora più importante è il diritto ad essere informati in modo idoneo, giusto. Da qui il titolo della tesi, “il diritto alla “giusta” informazione, in cui giusta è messo tra virgolette poiché il titolo non vuole essere discriminatorio nei riguardi dell’informazione in generale, ma vuole solo sottolineare il fatto che talvolta l’informazione che arriva all’utente è manipolata e distorta, e ciò lede un nostro diritto.
In questo elaborato l’intenzione perseguita è quella di dimostrare la possibilità di un uso manipolatorio dell’informazione e, tramite questo, la capacità di andare ad influire sull’opinione pubblica. Prendendo a riferimento i giornalisti (coloro che veicolano l’informazione), il loro compito non dovrebbe essere quello di convincere chi sta ascoltando sulla veridicità delle loro affermazioni, ma dovrebbero invece avvertire il destinatario che ciò che essi stanno sostenendo è la “verità soggettiva”, quindi una prospettiva personale e non una “verità assoluta”.

Incominciamo dunque dando una definizione del concetto di “mass media”, letteralmente “mezzi di massa”: con questa accezione intendiamo l’insieme degli strumenti di comunicazione di massa quali ad esempio giornali, radio, televisione, manifesti, cinema ecc. che hanno la peculiarità di comunicare un qualsiasi messaggio ad una massa di individui indeterminati contemporaneamente.
Queste tecnologie, tipiche della nostra epoca, ormai costituiscono un sistema di comunicazione a livello globale, la funzione che esercitano è quella di filtro tra noi e il mondo che ci circonda, ogni persona tende a strutturare la propria realtà, finanche il proprio sistema di credenze tramite questi mezzi.
Il lavoro qui presentato si suddivide in tre differenti parti:
Il primo capitolo si focalizza su cosa sia il diritto dell’informazione e della comunicazione e chi siano i professionisti ed i mezzi idonei a far pervenire al pubblico le notizie sul mondo. Seguendo il filone storico si vedranno le evoluzioni ed i cambiamenti che hanno portato l’informazione a divenire quella che è oggi.
Nel secondo capitolo si parla più propriamente di Manipolazione dell’informazione e come attraverso essa l’opinione pubblica venga orientata. Vedremo nello specifico quali sono le teorie della comunicazione di massa e quali siano le tecniche adottate al fine di manipolare l’informazione.
Nel terzo ed ultimo capitolo verranno esposte le “problematiche” di comunicazione del crimine da parte del giornalismo. Partendo da una introduzione alla criminologia, osservando il tecnicismo di cui la materia è pervasa ed analizzando come vengano comunicati attraverso la cronaca nera i delitti, e come proprio il taglio dell’articolo ed il linguaggio utilizzato orientino l’opinione pubblica.
A riguardo ho preso in considerazione un caso che di recente ha scosso l’Italia dividendola in due. L’irrisolto Giallo di Perugia, che ha visto i media protagonisti di questo delitto divenuto un “delitto story”, e che spiega in modo esaustivo come la comuni-cazione di massa possa influire sulla percezione della personalità dei due imputati.

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  6   INTRODUZIONE Il diritto alla “giusta” informazione Il diritto ad essere informati, è un diritto apparte- nente a tutti gli individui, ma ancora più importante è il diritto ad essere informati in modo idoneo, giu- sto. Da qui il titolo della tesi, “il diritto alla “giusta” informazione, in cui giusta è messo tra vir- golette poiché il titolo non vuole essere discrimina- torio nei riguardi dell’informazione in generale, ma vuole solo sottolineare il fatto che talvolta l’informazione che arriva all’utente è manipolata e distorta, e ciò lede un nostro diritto. In questo elaborato l’intenzione perseguita è quella di dimostrare la possibilità di un uso manipolatorio dell’informazione e, tramite questo, la capacità di andare ad influire sull’opinione pubblica. Prendendo a riferimento i giornalisti (coloro che veicolano l’informazione), il loro compito non dovrebbe essere quello di convincere chi sta ascoltando sulla veridi- cità delle loro affermazioni, ma dovrebbero invece av- vertire il destinatario che ciò che essi stanno soste- nendo è la “verità soggettiva”, quindi una prospettiva personale e non una “verità assoluta”.

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