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Memoria e Oblio nell'Incontro tra Culture. Contro il Razzismo, per un'Educazione alle Reciproche Narrazioni

Gli esseri umani non hanno sempre ricordato con le stesse modalità. Attualmente la cultura dominante concettualizza la memoria in determinati parametri, per cui la modernità contrasta la memoria attraverso il mutamento, il cambiamento, l’epoca del sempre nuovo, instaurando contradditori rapporti tra la cultura moderna europea e il concetto di memoria storica.
Nel 1860 Baudelaire sosteneva che “le città cambiano più velocemente del cuore di un uomo”, perché nella modernità tutto è mutevole, proteiforme, si trasforma più velocemente della capacità di adattamento dell’individuo stesso. Il mutamento è la norma: gli oggetti con cui in passato si condivideva la quotidianità, attualmente risultano desueti. La modernità implica l’oblio lacerante, la rottura costante e diseducativa con le tradizioni, con il passato, la storia; in quanto epoca del mutamento perpetuo, provoca ricorrenti fratture nella memoria sociale, ma implica, al contempo, un forte richiamo alla responsabilità del singolo nei confronti del passato storico a livello individuale, collettivo, nazionale, globale, affinchè in Italia e in Europa non si tratti esclusivamente di monete e di politiche economiche, ma delle persone e delle comunità, delle loro storie, culture e stili di vita, per gli obiettivi comuni di sviluppo delle conoscenze e delle azioni che possano promuovere condizioni esistenziali migliori, dal momento che è in gioco la nostra memoria collettiva, allo scopo di unificare una comunità, un popolo, il cui passato, recuperabile attraverso la memoria storica, risulta operazione necessaria, soprattutto nell'era della globalizzazione in cui occorre anche il rispetto e la valorizzazione delle diversità, delle differenze soggettive, culturali, interetniche, come elementi vitali e imprescindibili dell'insieme.
Da questo punto di vista l’Europa, di cui siamo parte, è una terra di memorie, storie, linguaggi, luoghi che devono essere valorizzati, tutelati e messi in condizione di rapportarsi, integrarsi vicendevolmente, senza perdere i caratteri oggettivi, perché nel grande fiume della storia confluiscano in un insieme, in una complessità più ampia, sollecitando le inflessioni relative ai problemi dell’identità locale e nazionale, perché è proprio l’ingresso nella modernità che obbliga ad una verifica critica delle nostre storie individuali e collettive e delle nostre tradizioni, al fine di creare una mentalità nuova che risulterà tanto più “moderna” e proiettata verso il futuro, quanto più riconoscerà che anche il passato rientra nella contemporaneità e attualità del presente.

Risulta possibile recuperare il passato se si riconosce e riattualizza una memoria collettiva, comune, del senso della storia a partire dal singolo individuo che ha il compito di comprendere, realizzare, ricomporre a ritroso, storicamente, la propria identità, coincidente con la memoria stessa, tramite l’approccio pedagogico autobiografico.
L’autobiografia permette al disegno, alla trama della storia personale di riemergere nella sua unicità per una maggiore consapevolezza e comprensione di sé, emancipando il soggetto da ogni rischio di manipolazione, di “revisionismo storico” della propria esistenza nel passato. In epoca moderna l’individuo vive il disagio, la difficoltà di sperimentare la complessità dell’esistere, perché la soggettività non è univoca ma composta da “noi plurimi” che confliggono al nostro interno, in termini psicanalitici.
La modernità disorienta l’individuo che non vive esclusivamente un’unica cerchia di vita relazionale, ma sperimenta la varietà degli approcci sociali, per cui appartiene ad una pluralità di ambiti comunitari e di contesti collettivi. Dunque la modernità comprende molteplici e plurime identità relazionali, per cui risulta più difficoltoso recuperare il senso della personale biografia, in quanto l’”io” sperimenta molteplici vite, nella pratica relazionale in varie dimensioni sociali del contesto quotidiano, prive comunque dell’autentico senso di appartenenza e condivisione che permeava la società preindustriale, precapitalistica, impostata su modelli di vita quotidiana più semplici, meno complessi degli attuali..

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2 MEMORIA E OBLIO NELL’INCONTRO TRA CULTURE. CONTRO IL RAZZISMO PER UN’EDUCAZIONE ALLE RECIPROCHE NARRAZIONI di LAURA TUSSI L’UNIVERSITA’” DELL’AUTOBIOGRAFIA PER IL RECUPERO DELLA MEMORIA STORICA POPOLARE E DELL’IDENTITA’ CULTURALE: LE STORIE DI VITA E LE RELAZIONI D’ASCOLTO. Il valore soggettivo ed individuale contro la massificazione ed uniformazione delle coscienze Memoria e modernità Gli esseri umani non hanno sempre ricordato con le stesse modalità. Attualmente la cultura dominante concettualizza la memoria in determinati parametri, per cui la modernità contrasta la memoria attraverso il mutamento, il cambiamento, l’epoca del sempre nuovo, instaurando contradditori rapporti tra la cultura moderna europea e il concetto di memoria storica. Nel 1860 Baudelaire sosteneva che “le città cambiano più velocemente del cuore di un uomo”, perché nella modernità tutto è mutevole, proteiforme, si trasforma più velocemente della capacità di adattamento dell’individuo stesso. Il mutamento è la norma: gli oggetti con cui in passato si condivideva la quotidianità, attualmente risultano desueti. La modernità implica l’oblio lacerante, la rottura costante e diseducativa con le tradizioni, con il passato, la storia; in quanto epoca del mutamento perpetuo, provoca ricorrenti fratture nella memoria sociale, ma implica, al contempo, un forte richiamo alla responsabilità del singolo nei confronti del passato storico a livello individuale, collettivo, nazionale, globale, affinchè in Italia e in Europa non si tratti esclusivamente di monete e di politiche economiche, ma delle persone e delle comunità, delle loro storie, culture e stili di vita, per gli obiettivi comuni di sviluppo delle conoscenze e delle azioni che possano promuovere condizioni esistenziali migliori, dal momento che è in gioco la nostra memoria collettiva, allo scopo di unificare una comunità, un popolo, il cui passato, recuperabile attraverso la memoria storica, risulta operazione necessaria, soprattutto nell'era della globalizzazione in cui occorre anche il rispetto e la valorizzazione delle diversità, delle differenze soggettive, culturali, interetniche, come elementi vitali e imprescindibili dell'insieme. Da questo punto di vista l’Europa, di cui siamo parte, è una terra di memorie, storie, linguaggi, luoghi che devono essere valorizzati, tutelati e messi in condizione di rapportarsi, integrarsi vicendevolmente, senza perdere i caratteri oggettivi, perché nel grande fiume della storia confluiscano in un insieme, in una complessità più ampia, sollecitando le inflessioni relative ai problemi dell’identità locale e nazionale, perché è proprio l’ingresso nella modernità che obbliga ad una verifica critica delle nostre storie individuali e collettive e delle nostre tradizioni, al fine di creare una mentalità

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Tussi
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Progetti Narrativi Interculturali e Storie di Vita
Anno: 2000
Docente/Relatore: Duccio Demetrio
Istituito da: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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