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Danni da mobbing e tutela della persona

L’elaborato può essere suddiviso in due parti generali: la prima, costituita sostanzialmente dal primo capitolo, nella quale si effettua un’analisi prima sociologica e poi giuridica sul fenomeno e la nozione di mobbing (ripercorrendo così i passi dell’iter scientifico, prima sociologico e solo recentemente giuridico, che ha studiato il mobbing); la seconda, costituita dai capitoli successivi, facendo proprio il dato di fatto del riconoscimento giuridico del fenomeno del mobbing quale fonte di obbligazioni da fatto illecito ricavabile dall’analisi della giurisprudenza in materia, si propone di fornire al lettore il quadro tecnico-giuridico delle conseguenze e dei rimedi (e delle rispettive problematiche) che possono discendere dal mobbing, così come individuati dall’attività ermeneutica di dottrina e giurisprudenza.
In particolare, le principali problematiche giuridiche discendenti dal riconoscimento del mobbing da parte dell’ordinamento attengono al tipo di responsabilità che esso configura (secondo capitolo), alle tipologie di danno che può produrre sulla persona del lavoratore (terzo capitolo) e ai mezzi di tutela che quest’ultimo può azionare per far cessare la condotta illecita ed ottenere la reintegrazione dei danni subiti (quarto capitolo).
L’elaborato si propone di fornire al lettore una piena consapevolezza delle principali questioni giuridiche che il riconoscimento del mobbing porta con sé e tra queste dei punti di accordo, che si sono raggiunti attraverso una fervida opera dottrinale e giurisprudenziale, e dei punti di attrito e dibattito che ancora oggi dividono tra loro giuslavoristi e civilisti.

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Danni da mobbing e tutela della persona - Premessa 7 PREMESSA La tutela del lavoratore quale “persona” implicata nel ciclo produttivo di un’impresa ha costituito da sempre una priorità per il legislatore. L’acquisizione di tale dato al patrimonio culturale comune è stata favorita dagli interventi legislativi succedutisi a partire dagli anni sessanta, che hanno contribuito alla nascita e allo sviluppo dell’attuale articolato sistema di tutela della persona del lavoratore. Tale legislazione è ispirata alla ratio di affermazione della preminenza del lavoratore, in quanto persona, rispetto alle esigenze aziendali e si caratterizza per l’attribuzione di una serie di diritti in capo ai lavoratori, cui corrispondono altrettanti doveri del datore di lavoro. In tempi più recenti, inoltre, si registra un’ulteriore tendenza verso lo spostamen- to del baricentro dell’attenzione dalla tutela della salute psicofisica del lavoratore alla tutela della sua dignità e personalità morale. In tale senso, infatti, il moderno diritto del lavoro ha scelto di valorizzare i beni della persona che sono implicati nel rappor- to di lavoro affermandone l’irriducibilità alla logica dello scambio economico. Ciò, peraltro, senza riuscire a sganciarli completamente dall’originario presupposto della “patrimonialità”, essendo, ad oggi, tutelati pressoché esclusivamente attraverso lo strumento risarcitorio per equivalente monetario. Proprio in tale quadro si inserisce il dibattito dottrinale e giurisprudenziale intor- no al riconoscimento giuridico del fenomeno del mobbing. L’esigenza di un siffatto riconoscimento è sorta approssimativamente nell’ultimo decennio, non tanto perché il mobbing è un elemento di novità dell’epoca moderna – rispecchiando piuttosto un certo grado di conflittualità “fisiologica” propria del mondo del lavoro che può paci- ficamente portare a ritenere che sia sempre esistito – ma piuttosto perché le recenti tendenze dell’economia mondiale costituiscono terreno fertile per lo sviluppo del fenomeno in questione e perché è tipica caratteristica della moderna società una rinnovata sensibilità verso istanze di protezione della persona del lavoratore, consi- derata nella sua interezza e complessità, che comporta una piena presa di consapevo- lezza della gravità del mobbing da parte della coscienza collettiva.

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