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Nassiriya, novembre 2003: le strategie di comunicazione del ''Corriere della Sera'' e de ''La Repubblica''

"Spero che il dolore di chiunque non sia mai più spettacolo per nessuno."

Dall’analisi svolta emergono alcuni aspetti molto interessanti e, viste le premesse, inaspettati. Infatti, date le differenze storiche e di target, si presumeva che i due giornali avrebbero avuto un approccio diverso nei confronti della strage di Nassiriya.
Invece, si può affermare che entrambi hanno avuto lo stesso stile, dal momento che hanno scelto le medesime strategie di comunicazione.
Nel secondo capitolo è stato dimostrato come la strategia dell’intrattenimento fosse preponderante in entrambi i quotidiani.
Infatti, dall’analisi linguistica risulta una notevole e costante presenza di dispositivi tipici dello stile narrativo verista, come il discorso indiretto libero, che comporta l’abbandono dello scarico di responsabilità, ovvero della citazione della fonte. Nel primo capitolo sono stati individuati i principi guida alla base della deontologia giornalistica, tra cui la citazione delle fonti. Se questa viene continuamente a mancare, significa che il giornalista assume in prima persona le opinioni altrui. Non solo: la tecnica del DIL è tipica del verismo, cioè di uno stile che tende a far emergere la stessa verità senza intermediari. Questo significa che, per il lettore, quello che era un commento attribuibile a qualcuno, diventa LA realtà, un dato di fatto oggettivo, che non necessita di citazione della fonte in quanto universalmente riconosciuto. [...]

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