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L'evoluzione della firma digitale: dal documento informatico all'amministrazione digitale

Da poco più di un decennio, la Pubblica Amministrazione italiana ha avviato un processo lento e laborioso di riammodernamento e rinnovamento. La spinta verso il cambiamento ha avuto il suo propulsore nello sviluppo rapido ed imponente di nuovi strumenti di comunicazione e nuovi sistemi atti a gestire vari tipi di procedimenti.
Le innovazione tecnologiche hanno imposto e costretto le nostre amministrazioni pubbliche a rivedere i loro assetti, a modificarli, sino a crearne di nuovi
Il lavoro in esame e si è posto l’obiettivo di questo lavoro di analizzare uno degli strumenti più rilevanti di questo processo e cioè la “Firma digitale” analizzandone la sua evoluzione dal documento informatico sino all’ultimo ed importantissimo Codice dell’Amministrazione digitale. Il presente lavoro è articolato in cinque capitoli
Nel primo capitolo si è cercato di capire quali sono stati i passaggi normativi rilevanti che agli inizi degli anni novanta hanno avviato questo processo di rinnovamento delle strutture pubbliche.
Di seguito l’attenzione si è concentrata su quello che è poi il punto focale di questo lavoro e cioè la “Firma Digitale”. .
Nel secondo capitolo si è dettagliatamente evidenziato quali sono state le necessità e le prospettive che hanno portato il legislatore ad occuparsi della firma digitale ed ovviamente insieme ad essa del documento informatico e quindi a dare una cornice normativa a questi due strumenti
Nel terzo capitolo sono stati analizzati quelli che sono gli aspetti tecnici legati all’applicazione della firma digitale
Nel quarto capitolo si è voluto mettere in evidenza quali sono le reali applicazioni della firma digitale e quali possono essere i suoi concreti utilizzi da parte dei cittadini, delle imprese e anche della stessa Pubblica Amministrazione
Sono state esaminate le prime sperimentazioni della firma digitale negli Enti Locali osservando specificatamente le sperimentazioni svolte nei Comuni di Modena, Bologna e Torino.
Dopo le prime esperienze di utilizzo della firma digitale si è voluto marcare l’importanza di questo strumento nel processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione analizzando il suo ruolo nell’ambito del piano dell’ e-government. Sono stati attentamente riportati i dati relativi al rilascio di certificati di firma digitale sino all’agosto del 2004 evidenziando come un incremento dell’uso di questo strumento sia dovuto ad alcuni adempimenti resi obbligatori per legge e alla diffusione di smart card, come la Carta d’Identità Elettronica e la Carta Nazionale Servizi, data la possibilità di questi strumenti di essere dotati di un dispositivo di firma digitale. Dopo un’analisi della CIE e della CNS delle loro applicazioni e delle loro sperimentazioni, sono state rilevate alcune critiche e dubbi relativi al loro utilizzo posti sia da autori esperti della materia sia dallo stesso Ministro dell’Innovazione e delle Tecnologie.
Sono stati osservati infine alcuni dati relativi al nuovo modo di relazionarsi dei cittadini nei confronti della Pubblica Amministrazioni alla luce dei suoi cambiamenti dovuti ai processi di digitalizzazione.

Nel quinto capitolo vengono analizzate le due fasi di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione la prima fase dal 2001 al 2004 e la seconda fase dal 2005 in poi. Relativamente alla prima fase vengono osservati i progetti di tipo infrastrutturale, i progetti di back-office ed i progetti di front-office.
Relativamente alla seconda fase di digitalizzazione, questa prende il via da due riforme importanti che sono il Sistema Pubblico di Connettività e di Cooperazione, che rappresenta l’evoluzione della RUPA, ed il Codice dell’Amministrazione digitale, che racchiude in una visione organica tutti gli aspetti dell’uso delle tecnologie nel settore pubblico. Dopo aver discusso delle finalità e degli obiettivi di queste due riforme viene osservato il ruolo della firma digitale all’interno del nuovo Codice e l’importanza che quest’ultimo ha avuto nel cercare di fare chiarezza sull’efficacia della firma qualificata e sugli aspetti probatori del documento informatico. Si evidenzia come anche in questa nuova ed organica riforma la firma digitale rafforza il suo ruolo decisivo di strumento portante ed essenziale per il processo di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione.

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INTRODUZIONE Da poco più di un decennio, la Pubblica Amministrazione italiana ha avviato un processo lento e laborioso di riammodernamento e rinnovamento. La spinta verso il cambiamento ha avuto il suo propulsore nello sviluppo rapido ed imponente di nuovi strumenti di comunicazione e nuovi sistemi atti a gestire vari tipi di procedimenti. La Pubblica Amministrazione italiana è stata sempre considerata una macchina burocratica lenta ed inefficiente, distante dal cittadino ed inconsapevole di quali fossero le sue vere esigenze ed i suoi reali bisogni. Le innovazione tecnologiche, hanno invece imposto e costretto le nostre amministrazioni pubbliche a rivedere i loro assetti, a modificarli, sino a crearne di nuovi. L’obiettivo di questo lavoro è stato quello di analizzare uno degli strumenti più rilevanti di questo processo e cioè la “Firma digitale”, analizzandone la sua evoluzione dal documento informatico sino all’ultimo ed importantissimo Codice dell’Amministrazione digitale. Nel primo capitolo di questo lavoro si è voluto analizzare quali sono stati i benefici, con i sacrifici connessi, che la Pubblica 3

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