L'ordinamento costituzionale inglese: dai Tudor alla ''Gloriosa Rivoluzione''
La presente tesi ha come oggetto di studio un periodo cruciale non solo per il costituzionalismo inglese ma anche per la moderna nozione della sovranità parlamentare.
La trattazione di questo argomento si è valsa dei contributi di storia costituzionale reperiti prevalentemente nella letteratura di matrice anglosassone cercando di puntualizzarne le tappe, i più recenti sviluppi ed anche le frequenti e vivaci contrapposizioni teoriche.
Una disamina preventiva ed essenziale dei presupposti medievali: l’evolversi del Consilium o Curia Regis costituito dai pari del Sovrano in organismo più complesso, rappresentativo delle città e della piccola nobiltà ; il successivo affinarsi delle competenze dall’originaria confusione tra compiti giudiziari, legislativi e di governo in un lento processo, sedimentato e non privo di contraddizioni, caratterizzato da improvvise accelerazioni come da altrettanto repentini, ritorni al passato.
La successiva comparsa di una classe mercantile sempre più esigente rappresentata in Parlamento che approfitta della cancellazione “fisica” della grande aristocrazia annientata nelle guerre dinastiche del quindicesimo secolo coincide con la formidabile entrata in scena di una nuova dinastia, quella Tudor, la cui missione principale è la programmatica costruzione di un governo accentrato. Questa alleanza tra Parlamento e Monarca contro un nemico esterno, il Papato, costituirà una irripetibile occasione per lo stesso Parlamento di porsi come elemento principale ed imprescindibile del governo monarchico, la cui magnificenza acquisterà la sua più visibile e spettacolare dimensione nella complessa e dibattuta forma del “King in Parliament”.
Il progressivo apprendimento da parte del Parlamento della difficile e spesso pericolosa arte di “chiedere” prima di “elargire” a fronte un Monarca i cui sempre più complessi compiti di governo richiedono crescenti mezzi finanziari. Nasce proprio in questo contesto, in questa complessa dialettica il “balance”, l’equilibrio, che ad un certo punto, in presenza di dinastie più impazienti ed avide di risorse non basterà più.
Un Parlamento che ha nel frattempo imparato a strutturare i propri interni meccanismi secondo procedure condivise, comincerà, approfittando delle ricorrenti e contingenti debolezze del Sovrano a pretendere voce in capitolo nelle questioni di governo, gelosamente fino ad allora considerate parte della prerogativa reale .
Le tensioni e le drammatiche rotture dell’ ”equilibrio” che dall’epoca Tudor si susseguiranno nel corso di un secolo diciassettesimo dominato dalla scozzese dinastia Stuart avranno il loro epilogo nella “Gloriosa Rivoluzione” il cui impegnativo aggettivo è stato dalla più recente storiografia più o meno messo in discussione ma la cui più evidente conquista è generalmente individuata nel definitivo consolidamento della “Sovranità” parlamentare sull’”absolute power”.
Il trionfo da ultimo, della legge del Parlamento, dello statuto parlamentare come moderna ed effettiva garanzia che quell’equilibrio, già in buona parte moderno equilibrio di poteri, non sarebbe stato posto ancora in pericolosa discussione.
La democrazia nel moderno senso, il cui fulcro è rappresentato da un’assemblea rappresentativa e dall’efficace bilanciamento dei poteri nasce da questa forte affermazione frutto di un iter complesso e a tratti drammatico. Le Rivoluzioni che sulla scena mondiale nei successivi secoli di susseguiranno non possono essere ben comprese senza considerare la vittoriosa lotta dei Comuni in Inghilterra e la definitiva affermazione della sovranità parlamentare.
Una aspirazione che sembra ancora oggi ed in questi stessi mesi capace di incarnarsi alle più diverse latitudini e di costituire ancora oggi anelito insopprimibile, dell’uomo.
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Informazioni tesi
Autore: | Spartaco Sottili |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Firenze |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maurizio Fioravanti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 262 |
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