Il principio di buon andamento ex articolo 97 della Costituzione: dal giuridicamente irrilevante all’amministrazione di risultato
La scelta del principio di buon andamento della pubblica amministrazione quale argomento di tesi è dovuta non solo all’interesse nutrito nei confronti del diritto amministrativo, ma anche alla volontà di comprendere cosa debba effettivamente intendersi per tale principio, foriero com’è dei più svariati significati e intendimenti.
La ricerca in tale ambito è stata quanto mai vasta e ardita. Senza usare giri di parole, è bene esser consapevoli del fatto che si tratta del tipico argomento su cui è stato detto, e tutt’ora si dice, tutto e il contrario di tutto. Parte del problema è dato sicuramente dalla stessa espressione ‘buon andamento’: l’aggettivo ‘buon’ è contraddistinto da una forte soggettività che rimette alla percezione e all’esperienza del singolo il relativo significato; il termine ‘andamento’ ci dà, invece, subito un’idea di dinamicità (concetto su cui si ritornerà).
È innegabile che si tratti di un principio trasversale e che pervade l’amministrazione pubblica nella sua più ampia accezione, l’obbiettivo che ci si propone, però, è ben specifico, ovvero realizzare una parabola pluridecennale sull’evoluzione del principio di buon andamento di cui all’articolo 97 comma 1 della Costituzione, per vedere se abbia o no valenza giuridica, se possa o no considerarsi un principio autonomo, di quali significati sia stato ‘insignito’ e con quali interventi dottrinari, giurisprudenziali e legislativi sia stato concretizzato.
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Informazioni tesi
Autore: | Eleonora Luciani |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2015-16 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Gianluca Gardini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 118 |
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