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Il lavoro agile oltre la pandemia: stato dell'arte e prospettive di riforma di una nuova filosofia manageriale

La digitalizzazione dei processi lavorativi, il superamento del modello produttivo fordista e, di recente, l'esperienza vissuta durante la pandemia dovuta alla diffusione del virus COVID-19 hanno portato a mettere in discussione l'attualità del tradizionale modello di rapporto di lavoro subordinato, disciplinato all'articolo 2094 c.c. Il presente lavoro di tesi, partendo da tale considerazione, analizza l'istituto del lavoro agile (o smart working), nella consapevolezza che tale modalità di svolgimento della prestazione lavorativa possa essere la risposta al bisogno (messo ancora più in luce dalla recente pandemia) di modernizzazione del rapporto di lavoro subordinato, nell'ottica di garantire un'adeguata conciliazione vita-lavoro per i lavoratori ed un incremento di produttività per le aziende.
Nel primo capitolo, viene effettuata una ricostruzione della vigente normativa in tema di lavoro agile, attraverso l'analisi puntuale della legge n. 81 del 2017 con attenzione, tra i vari temi trattati, all'accordo individuale, al diritto alla disconnessione ed al potere direttivo e di controllo del datore di lavoro. L'analisi della presente legge, oltre ad essere coordinata con le numerose disposizioni che si interessano al tema, disparse a macchia di leopardo nell'ordinamento, è effettuata tenendo conto dell'attuale intento riformatore del Legislatore, espresso per mezzo della proposta di legge del 16 marzo 2022, che, ci si augura, possa dar vita ad una disciplina organica e definitiva prima della cessazione della normativa emergenziale, fissata in data 30 giugno 2022. Dopo l'inquadramento giuslavoristico dell'istituto, il secondo capitolo cerca di rispondere ad alcune domande che toccano alcuni punti critici relativi al lavoro agile, come la sua cumulabilità con i buoni pasto, le differenze col telelavoro e la sua collocazione all'interno del genus del lavoro autonomo o subordinato. Il terzo capitolo è dedicato alla ricostruzione della normativa venuta alla luce durante la pandemia, ove quale si è dato vita ad una disciplina di carattere emergenziale, caratterizzata da numerose eccezioni e deroghe rispetto a quella ordinaria. In particolare, dopo aver ricostruito tale normativa in maniera distinta per quanto riguarda il settore pubblico ed il settore privato, si riflette sull' an e sul quantum di come il modello di smart working vissuto durante gli ultimi due anni possa essere considerato a tutti gli effetti lavoro agile. Il penultimo capitolo analizza rischi ed opportunità connessi allo svolgimento della prestazione lavorativa effettuata in modalità agile, mettendone in luce pregi e difetti, nella consapevolezza di come tale analisi sia basata per lo più su dati empirici raccolti durante il periodo della pandemia: periodo che ha rappresentato un vero e proprio boosting per l'istituto. Infine, nel quinto ed ultimo capitolo si riflette con quali modalità lo smart working possa essere applicato con successo all'interno delle varie realtà aziendali. In particolare, si evidenzia come ogni progetto di lavoro agile debba essere accompagnato da una "nuova" filosofia manageriale, capace di prediligere una gestione per obiettivi e di valorizzare l'importanza della fiducia e del senso di responsabilità nei lavoratori.

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1 Introduzione Sono passati ben sessant’anni da quando è venuto alla luce il codice civile, contenente, all’articolo 2094 1 , la definizione di rapporto di lavoro subordinato e viene da chiedersi se l’attuale nozione di eterodirezione, elemento distintivo del presente rapporto di lavoro, rispecchi ancora lo spirito originario del secolo scorso. I processi di diffusione delle ICT (information and communications technology) e delle più moderne tecnologie applicate al mondo del lavoro hanno valorizzato l’importanza della formazione professionale del lavoratore: non è più, come nel modello tipicamente fordista, il macchinario a produrre il risultato, ma le capacità e le competenze sempre più evolute del lavoratore stesso nel manovrarlo. Non solo, la diffusione di smartphones, cloud storage e computer (ed in futuro, chissà, anche di spazi virtuali 3D dove svolgere meeting 2 ) hanno reso possibile l’adempimento della prestazione lavorativa in luoghi diversi dai locali aziendali: ogni spazio e tempo sono diventati sede di lavoro. In tutto questo appare evidente come si affievolisca in capo al datore di lavoro il potere di controllo e di supervisione del personale dipendente ed emerga la necessità di individuare nuovi criteri di valutazione della performance, non più basati sul mero fattore temporale della presenza fisica del lavoratore nei locali aziendali. La digitalizzazione del lavoro ha offerto (e sta offrendo tutt’ora) importanti opportunità e, allo stesso tempo, sta esponendo a rischi finora sconosciuti. Davanti a questa revolution 3 , il Legislatore è intervenuto attraverso l’istituto del lavoro agile (o smart working), regolamentato nella legge n. 81 del 22 maggio 2017. In realtà, una prima risposta alla presente problematica era arrivata già alla fine degli anni 90 4 del secolo scorso, con l’introduzione dell’istituto del telelavoro, modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che però non ha mai trovato ampia diffusione a causa della sua eccessiva rigidità. 1 Articolo 2094 c.c. “È prestatore di lavoro subordinato chi si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell'impresa, prestando il proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell'imprenditore”. 2 BILL GATES, Reasons for optimism after a difficult year, in GatesNotes The blog of Billa Gates, 2021, Reasons for optimism after a difficult year | Bill Gates (gatesnotes.com) “Within the next two or three years, I predict most virtual meetings will move from 2D camera image grids—which I call the Hollywood Squares model, although I know that probably dates me—to the metaverse, a 3D space with digital avatars”. 3 EUROFOUND AND THE INTERNATIONAL LABOUR OFFICE, Working anytime, anywhere: The effects on the world of work, Publications Office of the European Union, Luxembourg, and the International Labour Office, Ginevra, 2017. http://eurofound.link/ef1658 4 Si veda, in particolare, il D.P.R. 8 marzo 1999, n. 70 (“Regolamento recante disciplina del telelavoro nelle pubbliche amministrazioni, a norma dell'articolo 4, comma 3, della L. 16 giugno 1998, n. 191”) e l’Accordo Interconfederale per il recepimento dell’Accordo-quadro europeo sul telelavoro concluso il 16 luglio 2002 tra Unice/Ueapme, Ceep e Ces.

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Informazioni tesi

  Autore: Matteo Traversari
  Tipo: Tesi di Master
Master in PERSONNEL MANAGEMENT AND PAYROLL SPECIALIST (Addetto alla gestione del personale paghe e contributi)
Anno: 2022
Docente/Relatore: Ornelia Fiorella Lamonaca
Istituito da: UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 87

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Parole chiave

risorse umane
diritto del lavoro
gestione del personale
human resources
hr
amministrazione del personale
lavoro agile
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