Il ''business continuity planning'' come strumento di prevenzione della carenza di farmaci - Insegnamenti e prospettive dopo la pandemia di COVID-19
La pandemia di COVID-19 ha portato alla ribalta il problema della carenza di farmaci e principi attivi farmaceutici. Sebbene sia diventato noto al grande pubblico in tempi recenti, si tratta di un problema dalle radici profonde e da rilevanti potenziali impatti.
La carenza di farmaci è un fenomeno solo apparentemente semplice, in realtà frutto di un una rete di fattori scatenanti intrinsecamente interconnessi tra loro. Ciò rende la comprensione del fenomeno e l'analisi delle cause scatenanti molto complessa.
La carenza di farmaci, infatti, non è il "semplice" frutto di una interruzione della catena di approvvigionamento del farmaco. Infatti, l'industria farmaceutica rispetto ad altri settori è caratterizzata da una elevata complessità, con numerosi aspetti di qualità, regolatori e commerciali che possono influire e caratterizzare la supply chain.
Le aziende chimico-farmceutiche per salvaguardare il proprio business e la propria funzione etico-sociale (i loro clienti finali sono pazienti) devono garantire la continuità operativa. Per analizzare la supply chain e garantire la continuità operativa, le aziende hanno a disposizione tecniche di Risk Management. Queste tecniche vengono raccolte nel processo aziendale definito come business continuity planning (BCP).
In quanto processo di gestione del rischio, il business continuity planning si compone di fasi di valutazione, gestione, controllo e comunicazione del rischio per la supply chain.
Già prima del COVID-19, diversi casi di eventi naturali o geo-politici, hanno dimostrato come le catene di approvvigionamento dei farmaci siano sottoposte a rischi di diversa natura e di come sia vitale per le aziende preparare e curare piani di continuità operativa.
In questo contesto, la pandemia di COVID-19 ha avuto il "merito" di far esplodere varie ed estese problematiche di carenza dei farmaci contemporaneamente.
Le autorità sanitarie europee, che già, nel corso degli anni, avevano messo in campo diverse azioni per arginare il problema della carenza di farmaci, hanno rapidamente intensificato gli sforzi.
Tuttavia, la globalità e la rapida diffusione dell'evento pandemico hanno rappresentato un severo stress test per le catene di approvvigionamento di farmaci e principi attivi.
Infatti, la supply chain farmaceutica è caratterizzata da fragilità che sono state evidenziate dalla pandemia di COVID-19. Negli ultimi decenni, il baricentro delle catene di approvvigionamento farmaceutiche si è progressivamente spostato verso l'Asia, e in particolare verso la Cina. Sebbene, la dipendenza della supply chain farmaceutica dall'Asia non sia univocamente identificabile come la causa delle carenze di farmaci, la pandemia di COVID-19 ha fatto risuonare a livello globale un campanello di allarme. Numerose aziende chimico-farmaceutiche occidentali sono state spinte a investire su misure di mitigazione del rischio e di business continuity planning. Affianco a queste misure messe in campo dalle aziende, il dibattito politico-economico si è incentrato sulla possibilità di reshoring di alcune produzioni chimico-farmaceutiche. Parallelamente, gli organi comunitari, nella definizione di una nuova strategia farmaceutica europea, hanno ribadito la volontà di incrementare la resilienza delle catene di approvvigionamento di farmaci in modo da garantire accesso libero e sicuro a questi per tutti i cittadini europei.
Tuttavia, tali politiche farmaceutiche, pur potendo portare in diversi casi vantaggi concreti, per essere fattivamente incisive dovranno probabilmente essere accompagnate da azioni concrete a livello di incentivi e tassazione.
Le aziende chimico-farmaceutiche europee (ed occidentali, in genere) potranno, soprattutto in alcuni casi specifici, cogliere l'occasione di accelerarlo investendo, oltre che su attività di business continuity planning, sull'innovazione tecnologia. Infatti, l'applicazione di strategie di mitigazione del rischio, sommate allo sviluppo ed applicazione di nuove tecnologie possono consegnare alle aziende occidentali dei vantaggi competitivi, utili a smorzare e, in alcuni casi, colmare i gap attualmente esistenti con i competitor asiatici.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Cuscianna |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Gestione, controllo e manutenzione di processi industriali |
Anno: | 2021 |
Docente/Relatore: | Giugliarelli Daniele |
Istituito da: | UniCusano - Università degli Studi Niccolò Cusano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 63 |
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