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Dai fatti di cronaca al piccolo schermo: i temi della fiction televisiva

La fiction televisiva è come uno specchio, è il termometro con cui è possibile misurare la temperatura dei problemi sociali, è il mezzo che lascia emergere le tematiche di maggior interesse per l’opinione pubblica, inoltre la televisione è anche in grado di produrre la realtà: le rappresentazioni prodotte influenzano a tal punto la nostra percezione del reale da poter dire che la televisione “produce” essa stessa una sorta di realtà.
La prima parte di questo lavoro si pone come obiettivo capire, basandosi sull’osservazione diretta e sui dati quantitativi dell’OFI, l’Osservatorio sulla Fiction Italiana, quali fatti di cronaca vengono narrati dalla fiction televisiva italiana, cercando di riassumere le linee evolutive della produzione di fiction. Questa analisi procede a sua volta lungo tre direttive principali: possono esistere fiction che affrontano tematiche di cronaca a livello generale, come la droga, la mafia o la criminalità, oppure fiction che si ispirano direttamente a fatti di cronaca realmente accaduti, come la strage di Capaci o i delitti del serial killer Donato Bilancia, oppure, come ultima categoria, esistono fiction in cui viene raccontata la vita di personaggi famosi o coinvolti in fatti di cronaca, si tratta propriamente delle fiction biografiche.
Dopo aver fatto il punto sul “che cosa” viene rappresentato nella fiction televisiva, il lavoro prosegue individuando il “come”, ovvero i modelli e i formati in cui si concretizzano tali rappresentazioni, cercando, per ogni modello, di fornire innanzitutto un inquadramento generale a livello storico e di contesto, approfondendo poi tale analisi con degli esempi significativi di questo modello, per giungere, solo in seguito, alla descrizione delle caratteristiche, dei punti cardini, del modello che si è affermato in Italia.
Nella terza parte, dopo aver analizzato il “che cosa” e il “come”, ci si interroga sul “perché” della scelta di quei fatti di cronaca e di quei formati. Le motivazioni sulla scelta di determinati fatti di cronaca, spiegabili sostanzialmente con la teoria dell’agenda setting, affrontata nella prima parte, ma anche sulla base di necessità produttive, enunciate nel corso della parte dedicata ai formati e alla produzione, vengono affrontate in questa terza parte cercando di capire che cosa lega la cronaca giornalistica alla fiction televisiva. Si cercano così le motivazioni del fatto che certi casi raccontati dalla cronaca giornalistica riescono a trovare spazio anche nella fiction mentre altri non lo trovano, e dunque provando a ragionare su dei possibili criteri di notiziabilità validi anche per la fiction, simili ai news-values, criteri di rilevanza che indichino di che cosa parlare.
Questa analisi parte da un discorso sulla narrazione, aspetto che accomuna informazione e ficton, tenendo presente anche il discorso sul rapporto tra la realtà e il mezzo televisivo, cercando di ragionare sia sul piano storico, sia sul piano degli effetti di senso prodotti dal mezzo televisivo nel rappresentare la realtà, effetti di senso che sono stati per anni argomento di discussione sul potenziale, positivo e negativo, che la televisione ha nel formare il senso comune e nel dare forma alla realtà in cui viviamo. L’ipotesi di fondo di questo lavoro è che la fiction televisiva sia un modo per affrontare i fatti di cronaca cercando di metabolizzarli, trovando nella fiction una sorta di catarsi, un modo per cercare di dare un senso anche a omidici efferati, altrimenti inconcepibili, ritenendo la fiction come un modo per esorcizzare il Male, la Morte e le nostre paure.
Come appendice a questo discorso un approfondimento dedicato al problema della legittimità della fiction come mezzo per raccontare la cronaca affronta questo aspetto sia dal punto di vista legale che etico. Una parte di questa appendice è dedicata al raccontare la guerra tramite la fiction, in quanto la guerra è un fatto di cronaca del tutto particolare, per la cui gravità e importanza politica sono estremizzati tutti i problemi di natura legale ed etica.
Obiettivo di questo lavoro è cercare di fornire una panoramica sul fenomeno in questione, cercando di evidenziare le differenze tra le possibili rappresentazioni del reale, non solo dal punto di vista tecnico-produttivo, ma soprattutto a livello di senso. Qual è il senso di rifarsi al reale? Come mai alcune fiction si ispirano a fatti di cronaca più o meno velatamente? Come mai altre hanno invece l’intento di ricostruire il reale? Con che criterio vengono scelti dei fatti di cronaca piuttosto che altri?

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Introduzione La fiction televisiva è come uno specchio, è il termometro con cui è possibile misurare la temperatura dei problemi sociali, è il mezzo che lascia emergere le tematiche di maggior interesse per l’opinione pubblica, inoltre la televisione è anche in grado di produrre la realtà: le rappresentazioni prodotte influenzano a tal punto la nostra percezione del reale da poter dire che la televisione “produce” essa stessa una sorta di realtà. Da diversi anni, in particolare dall’inizio degli anni Novanta, la fiction televisiva italiana incomincia a riconoscere nei fatti di cronaca il terreno privilegiato in cui trovare ispirazione per le proprie storie e i propri personaggi. Il punto di svolta a livello storico, sia per formato e modelli, sia per tematiche, è rappresentato da La Piovra. A partire da questo periodo in Italia si producono sempre di più fiction che raccontano la criminalità organizzata, la mafia, i traffici di droga e il terrorismo. Gli anni passano, ma la fiction televisiva sembra essere sempre al passo con i tempi ed evolve a seconda dello sviluppo sociale e politico del paese. Così la mafia cede il passo alla microcriminalità di provincia e ai problemi sociali di un Paese sempre più multietnico che si trova a dover accogliere una moltitudine di immigrati senza lavoro e che, per sopravvivere, sono portati a compiere atti criminali. Con il passare del tempo entrano a far parte del materiale tematico anche i delitti che avvengono all’interno delle mura domestiche e ad opera di serial killer, inoltre nasce la casa di produzione Taodue film di Piero Valsecchi, per vocazione interessata alla cronaca, e arriva in Italia il canale satellitare Fox Crime. Abbiamo così un quadro attuale in cui, accanto a fiction di invenzione, ci sono sempre più 6

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