Tipologie di elettrodi impiegati negli esami elettrofisiologici nell'adulto e nel bambino
L’esplorazione elettrofisiologica della retina e delle vie ottiche fino alle aree corticali occipitali avviene tramite l’elettrooculogramma (EOG), l’elettroretinogramma (ERG) ed i Potenziali Evocati Visivi (PEV), esami obiettivi che sono rispettivamente espressione dell’attività bioelettrica delle cellule dell’epitelio pigmentato, della retina e delle vie ottiche.
L’elettroretinogramma (ERG) rappresenta la risposta elettrica della retina ad uno stimolo luminoso ed è la rappresentazione grafica dell’interazione dei potenziali elettrici generati dalle diverse componenti retiniche. L’esame viene eseguito mediante l’applicazione di elettrodi esploranti e di riferimento che registrano il segnale elettrico proveniente dalla retina, indotto da flash luminosi di differente intensità e frequenza.
Le risposte ERG sono registrate con elettrodi extracellulari. Tali elettrodi stabiliscono un contatto elettrico con la retina e permettono di misurare i potenziali retinici in quanto i mezzi intraoculari sono conduttori di elettricità relativamente efficaci. Uno stimolo adeguato induce variazioni in questi potenziali che vengono registrati dagli elettrodi.
L’elettrodo esplorante può essere di tipo corneale, congiuntivale o cutaneo, a seconda della sede di posizionamento. Esiste una vasta gamma di elettrodi impiegati negli esami elettrofisiologici: tra i corneali spiccano il Burian-Allen bipolare, Henkes, a fibra di carbonio C-glide, ERG Jet, mentre fanno parte dei congiuntivali HK-loop ed il più recente elettrodo a fibra conduttiva DTL. Una nuova frontiera è costituta da quelli cutanei come l’elettrodo Neuroline e l’elettrodo a disco d’argento clorurato, caratterizzati dalla minima invasività possibile, utilizzabili senza ricorrere all’anestesia locale e proprio per questo preferiti negli studi pediatrici sebbene forniscano ampiezze più ridotte rispetto alle altre categorie.
La presente tesi si propone di descrivere le diverse tipologie di elettrodi impiegati durante lo svolgimento di esami elettrofunzionali nell’adulto e nel bambino valutandone struttura, impedenza, modalità d’impiego, costi e comfort.
Da diversi studi è emerso che quelli a contatto corneale consentono di registrare tracciati ERG più ampi rispetto ai congiuntivali. È’ probabile che queste differenze siano dovute a fattori fisici che regolano il flusso di corrente attraverso gli elettrodi, come le proprietà resistive e capacitive dei materiali di cui sono costituiti e rivestiti, e l’area della superficie di registrazione. A seconda della posizione dell’elettrodo attivo esplorante si possono avere misure caratterizzate da un grado di invasività considerevolmente diverso.
L’analisi di requisiti, struttura, modalità d’impiego e limiti è fondamentale per la comprensione degli effetti che l’elettrodo è in grado di produrre sul paziente durante l’esame. Sono stati effettuati diversi studi che mettono a confronto la loro efficacia di registrazione, praticità di inserimento e comfort per fornire una base razionale per il loro impiego pratico. Le preferenze personali, l’abilità e l’esperienza dell’operatore dovrebbero guidare la scelta dell’elettrodo, poiché da più studi emerge che i tracciati forniti da diverse categorie di elettrodi sono abbastanza simili tra loro. Può essere utile avere una gamma di elettrodi disponibili in quanto le preferenze basate sul comfort sono soggettive, quindi differiscono tra i singoli pazienti.
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Informazioni tesi
Autore: | Elisa Barbagallo |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Ortottica ed Assistenza Oftalmologica |
Relatore: | Paolo Mora |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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