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Heidegger e la distruzione della storia dell'ontologia

Quel che colpisce nel complesso dell’opera heideggeriana è la insostenibile, contraddittoria coesistenza della riduzione di tutto il passato del pensiero ad espressione di quella “metafisica” che si vuol rifiutare, e il costante, appassionato bisogno di ripercorrerne, ciò nonostante, la tappe, con esito tutt’altro che denigratorio o distruttivo. Ci si stupisce di come il pensiero del filosofo tedesco, pur anelando a tornare alla fonte greca dell’Occidente, sia, in realtà, lontano dalla grecità, e, nel contempo, proiettato com’è nel futuro, affondi le sue radici molto più addentro nella tradizione di quanto l’immanente metamorfosi che attende l’uomo contemporaneo farebbe sospettare. Tuttavia, un’analisi che muova dall’interno della filosofia di Heidegger, mostra come tali contraddizioni siano solo apparenti. Falso, o malinteso, risulta il proposito di distruggere il passato, inesistente l’intento di formulare profezie. Heidegger, invece, affida alla filosofia il compito di riportare luce nell’epoca dell’oscuramento del mondo che la civiltà occidentale sta attraversando. In ciò sta più che una profezia una speranza, certo la fiducia nel fatto che il pensiero avrà la meglio sull’intelligenza, intesa come strumento di dominio, e sul vuoto acume, inteso come mezzo di pianificazione culturale. E ciò sarà possibile se la filosofia, conservando e superando al tempo stesso la sua forma metafisica che le appartiene come un destino, ritroverà la coscienza della sua origine, quella origine che la fa diversa dalle scienze (e da tutte le altre attività dell’uomo), riprendendo così la via che conduce fuori della platonica caverna.

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1 Introduzione Seguendo l’indicazione heideggeriana, che ripone nella problematica della tempo- ralità la chiave della comprensione dell’essere, il presente lavoro si propone di riper- correre quello che è l’atteggiamento fondamentale di Martin Heidegger verso la tra- dizione metafisica all’epoca dell’ ontologia fondamentale di Essere e tempo, ovvero: la “distruzione della storia dell’ontologia”. Il filosofo tedesco, nel § 8 (“Schema dell’opera”) di Essere e tempo, aveva pro- spettato di svolgere la Destruktion come Parte Seconda della sua opera maggiore. Ta- le parte, che avrebbe dovuto intitolarsi “Linee fondamentali di una distruzione feno- menologica della storia dell’ontologia sulla scorta della problematica della temporali- tà”, si sarrebbe dovuta articolare, secondo lo schema dell’opera, in tre sezioni: “La dottrina kantiana dello schematismo e del tempo come avviamento alla problematica della temporalità” (Sezione Prima); “Il fondamento ontologico del cogito sum di Car- tesio e l’assunzione dell’ontologia medioevale nella problematica della res cogitans” (Sezione Seconda); “Lo scritto di Aristotele sul tempo come discrimine della base fenomenica e dei limiti dell’ontologia antica” (Sezione Terza). Come è noto, l’opera del 1927 si interrompe dopo la Sezione Seconda della Parte Prima, per cui la parte “storica” di Essere e tempo risulta solo progettata. Tuttavia, l’impossibilità di passare dalla temporalità dell’esserci alla temporalità dell’essere, proposito che avrebbe do- vuto realizzarsi nella Sezione Terza della Parte Prima (“Tempo ed essere”), non sembra aver costituito per Heidegger anche l’impossibilità di dare attuazione alla “distruzione”. Infatti, nel 1929 egli pubblica uno scritto, intitolato Kant e il problema della metafisica, che, nella Prefazione alla prima edizione, sostiene essersi sviluppato in concomitanza con una “prima elaborazione” della Parte Seconda di Essere e tem- po. Nondimeno, la fonte privilegiata da cui si è attinto per tentare di ricostruire la “distruzione” della storia dell’ontologia, è costituita da I problemi fondamentali della fenomenologia, ossia dal corso universitario che Heidegger svolge a Marburgo nel semestre estivo del 1927, quindi subito dopo la pubblicazione di Essere e tempo. Questo corso, pubblicato nel 1975 come volume inaugurale della Gesamtausgabe, viene presentato dallo stesso Heidegger, in una nota all’Introduzione, come una “Nuova elaborazione della terza sezione della prima parte di Essere e tempo”.

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Parole chiave

analitica esistenziale
esistenzialismo
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fenomenologia
filosofia teoretica
martin heidegger
metafisica
temporalità
distruzione della storia dell'ontologia

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