Sostenibilità ambientale di un progetto di ristrutturazione valutata secondo lo standard Leed NC
La crisi climatica è una delle maggiori sfide dell’umanità, ed è strettamente legata a quella energetica. La preoccupazione è che tutto ciò venga però messo in ombra dal principale problema attuale: la crisi finanziaria e l’impennata della disoccupazione.
Ed ecco la domanda: possiamo permetterci di combattere anche la crisi climatica?
Non possiamo non farlo. Il periodo, infatti, non potrebbe essere più adatto. E’ il momento giusto per investire in uno stile di vita migliore, che ci consenta di sprecare meno energia risparmiando sui costi dei combustibili e, nel nostro campo, migliorare le abitazioni e i posti di lavoro creando un clima interno che permetta di studiare, produrre e rilassarsi in totale tranquillità.
Ridurre le emissioni di CO2 dell’80% entro il 2050: ecco la sfida che i Paesi sviluppati devono affrontare per avere una minima possibilità di limitare l’aumento della temperatura globale media di “soli” 2 °C. A livello mondiale le emissioni dovrebbero essere più che dimezzate. Secondo il Gruppo Intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) dell’ONU, è di primaria importanza un’azione immediata. Le emissioni di CO2 devono iniziare a calare entro soli sei anni. Tuttavia, nei paesi in via di sviluppo, è assolutamente necessaria una crescita della prosperità. La limitatezza di combustibili fossili e bio a basso costo ha come conseguenza inevitabile il fatto che la crescita economica nei paesi poveri possa essere favorita solo con tecnologie che risparmino energia e siano efficienti in termini di CO2.
Gli edifici sono il posto giusto per iniziare. Sono responsabili del consumo di circa il 40% di energia (e di gran parte delle emissioni di CO2 prodotte dall’uomo) in Europa e negli Stati Uniti.
La tecnologia, ormai collaudata, per ristrutturare i vecchi edifici in modo economicamente conveniente affinché utilizzino molta meno energia per riscaldare o raffreddare rispetto agli edifici medi, permette, in alcuni casi, di aumentare l’efficienza energetica per percentuali maggiori all’80%. Percentuali confermate anche da studi internazionali eseguiti dall’Ecofys e dalla Technical University danese. Già oggi è possibile costruire immobili così efficienti in fatto di energia che con un piccolo impianto ad energia solare o altri componenti energetici sostenibili e per l’accumulo di energia. Il potenziale maggiore per risparmiare energia ed emissioni di CO2 risiede nei nostri
edifici. Ogni anno vengono sprecati miliardi di euro a causa di isolamenti inadeguati. Molti edifici, soprattutto nelle economie più sviluppate, sono stati costruiti prima della crisi energetica oppure, nelle economie di transizione, prima di un brusco passaggio ai prezzi energetici mondiali. Anche nei Paesi con una lunga tradizione in fatto di ristrutturazione energetica (come la Danimarca) più della metà degli edifici esaminati può ancora trarre vantaggio da adeguate misure di efficienza energetica. Come sfruttare quindi questa grande e fin ora sottovalutata possibilità di ottenere costi energetici più bassi, meno inquinamento da CO2, case migliori e più posti di lavoro?
Il momento migliore per ottenere un ritorno economico conveniente è quando l’edificio viene ristrutturato. Una volta che gli addetti sono al lavoro e i ponteggi sono sistemati, è davvero conveniente aggiungere un extra isolamento o una finestra di qualità, piuttosto che una leggermente più economica ma con prestazioni inferiori. Ristrutturare per ottenere un consumo energetico molto basso dovrebbe essere sempre una priorità. Se si perde questa opportunità potrebbero volerci altri 30 anni prima di una nuova ristrutturazione. Nell’Unione Europea è obbligatorio, in caso di ristrutturazione, adeguare gli edifici di grandi metrature ai più rigorosi standard energetici attuali.
Non farlo per tutti gli edifici (e con controlli inadeguati) significa sprecare 270 miliardi di euro in costi energetici e 460 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno. La Commissione Europea a tal uopo si è operata per migliorare la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, approvando in via definitiva la DIRETTIVA 2010/31/UE che a breve diventerà operativa e sostituirà quella attuale, chiedendo che gli Stati membri progettino un piano di modernizzazione degli edifici che includa standard di consumo energetico molto bassi, come quelli della Casa Passiva.
Di fronte a questo scenario, quindi, non sono stato a guardare, ed è così che alla prima occasione futile ho pensato di contribuire anche io, anche se in piccolissima parte, con il mio lavoro di tesi, che successivamente vi illustrerò.
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Informazioni tesi
Autore: | Graziano Fraiese |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Ingegneria |
Corso: | Ingegneria civile e ambientale |
Relatore: | Maurizio Biolcati Rinaldi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 305 |
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