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La libertà di stampa in America Latina: i media venezuelani tra censura e resistenza

L’elaborato si compone di quattro capitoli. Nel primo capitolo si introduce il tema della libertà di stampa: anzitutto ci si concentra sulla teorizzazione della libertà di stampa e sui primi provvedimenti legislativi atti a tutelarla (excursus storico), per poi concettualizzare la libertà di stampa come diritto, rispettivamente il diritto a informare dei media e il diritto all’informazione dei cittadini; il capitolo si conclude con una panoramica sulla situazione attuale della libertà di stampa nel mondo, per poi concentrare l’attenzione sull’America Latina e porre le basi per il secondo capitolo. Quest’ultimo è dedicato a un confronto critico tra una selezione di cinque paesi che ne fanno parte: Argentina, Ecuador, Colombia Messico e Venezuela. Nel terzo capitolo il focus è sul Venezuela: dopo aver delineato la storia sociopolitica ed economica del paese dalla rivoluzione bolivariana di Chavez ai giorni nostri, si analizzano la repressione del dissenso mediatico e popolare e la persecuzione sistematica di ribelli e oppositori. Il quarto capitolo riguarda invece la censura dei media e i casi virtuosi di siti web e account gestiti da giornalisti e comunicatori sociali che portano avanti progetti di informazione indipendente e resistenza alla censura governativa e analizza la condizione dei corrispondenti stranieri in Venezuela.

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Introduzione La libertà della stampa è un principio fondamentale per ogni democrazia moderna, in quanto garantisce ai cittadini di uno Stato l’accesso a un panorama informativo ampio e pluralista. Negli Stati di diritto, la libertà di stampa è legata alla libertà d’espressione e di opinione ed è sancita per legge. Poiché la conoscenza è riconosciuta come un diritto umano universale, lo Stato ha il dovere di tutelare i giornalisti e le agenzie di stampa per permettere a ogni individuo di compiere le proprie scelte in modo consapevole. Ai mezzi di comunicazione è affidato il compito di diffondere l’informazione. Dalla comparsa dei primi annunci e delle prime gazzette, il potere costituito ha sempre cercato di piegare la stampa ai suoi interessi tramite strumenti come la censura e il sistema di concessione delle licenze. I primi timidi tentativi di liberare i giornali dalla stretta morsa della politica risalgono alla prima metà del ‘700, in seguito ad alcune iniziative private e sentenze che hanno dato il via a un processo di liberalizzazione della stampa. Quest’ultimo ebbe un picco con il riconoscimento del diritto alla stampa nell’articolo 11 della Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 e fu interrotto bruscamente in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, quando gli interessi economici e politici ebbero la meglio sui diritti dei sudditi e dei cittadini degli stati europei e anglosassoni. Nell’arco di tempo a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale l’ascesa al potere dei grandi dittatori in Russia, Italia e Germania provocò una totale soppressione della libertà di stampa e d’espressione: ogni comunicazione, anche privata, doveva passare sotto il vaglio del regime. Il diritto all’informazione fu evocato nuovamente nel 1948, quando la libertà di stampa fu riconosciuta dall’Organizzazione delle Nazioni Unite nell’articolo 11 della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo. Ad oggi, nonostante gli appelli delle associazioni e delle Onlus internazionali, in determinate aree geografiche la stampa è assoggettata al controllo della politica e soffre le pressioni delle organizzazioni criminali. I giornalisti non possono svolgere il proprio lavoro con serenità, in quanto mettono a repentaglio la propria vita o rischiano di finire in carcere per raccontare i fatti. In particolare, in America Latina i giornalisti subiscono le minacce dei cartelli della droga e l’inadempienza dei politici corrotti. Il caso più problematico è rappresentato dal Venezuela, funestato da un’insanabile crisi sociale, economica e politica. La questione della libertà di stampa in Venezuela ha origine in età coloniale. Infatti fino alla Guerra d’Indipendenza capitanata da Simon Bolivar, qualsiasi pubblicazione subiva il controllo dei censori spagnoli. Successivamente alla morte del Liberatore, la Nuova Repubblica del Venezuela cadde in un caos politico e fu preda di novelli dittatori e colpi di stato frequenti che generarono un clima sfavorevole per lo sviluppo di una

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