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Violenza sportiva e diritto penale

la tesi presenta il fenomeno della violenza nel mondo sportivo, a partire dal calcio; si analizzano comportamenti che possono essere posti in essere dagli sportivi, cercando di capire se ed in che maniera possano essere sanzionati penalmente: il tutto nell'ottica di un'esauriente risposta alla domanda: "ciò che avviene durante una competizione sportiva è comunque sottoposto alle normali regole del diritto?".

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1 INTRODUZIONE “Ci presentammo per l’allenamento il venerdì. Carrington, il nostro nuovo campo d’allenamenti, espressamente costruito per noi, era un vero sogno per dei professionisti. Tutto ciò di cui avresti potuto avere bisogno per prepararti. Tutto bello. Manchester City in casa domani. Alfie Haaland aveva detto: “Se Roy Keane è così preoccupato per i veri tifosi, per i box aziendali, perché non dà un bel taglio al suo stipendio?” (Questo prima della gara di Maine Road). Non avevo dimenticato Alfie. Bryan Robson mi aveva detto di aspettare il momento. Avrai la tua chance, Roy, aspetta. Un’altra prestazione merdosa. Loro erano pronti. Noi no. Il City avrebbe potuto essere avanti quando Teddy portò a casa un rigore a venti minuti dalla fine. Howey pareggiò quando ne mancavano cinque. Avevo atteso Alfie per circa 180 minuti, per tre anni se la volevate vedere da un altro punto di vista 1 . In quel momento aveva la palla sulla linea laterale. Alfie mi stava prendendo in giro. Avevo aspettato abbastanza a lungo. Lo colpii in modo fottutamente duro. La palla era là (penso). Prendi questo, stronzo. E non starmi più vicino parlandomi di finti infortuni. E riferisci pure al tuo amico Wetherall che ce ne sarà anche per lui. Non aspettai che Mr. Elleray mi mostrasse il cartellino. Mi voltai e mi incamminai verso gli spogliatoi”. Questo brano è tratto dall’autobiografia di Roy Keane 2 , giocatore irlandese capitano del Manchester United, formazione fra le più prestigiose e vincenti in Europa, e racconta un episodio risalente all’aprile 2001; ciò che colpisce, a parte il linguaggio estremamente colorito, è il fatto che il giocatore ammetta pubblicamente di aver compiuto un gesto intenzionale e violento, che si estranea da ogni logica di fair-play. L’uscita dell’autobiografia in Inghilterra 3 ha scatenato un vespaio di polemiche, con l’opinione pubblica che si è divisa fra chi lodava la sincerità di Roy e che invece ne condannava l’ipocrisia. Fatto sta che la Football Association (FA) ha adottato un provvedimento disciplinare senza precedenti, squalificando il giocatore per 5 giornate ed infliggendogli una multa di 150.000 sterline: una squalifica per un fatto avvenuto più di anno prima! 1 All’inizio della stagione 1997/1998, nel corso del match fra Manchester Utd. e Leeds, Alfie Haaland aveva provocato Roy Keane per tutta la partita; il capitano dei Red Devils (così vengono appellati i giocatori del Manchester United) aveva poi effettivamente raccolto le provocazioni tentando un tackle violento sullo stesso Haaland, con il risultato di lesionarsi gravemente il legamento crociato del ginocchio; l’allora giocatore del Leeds aveva allora apostrofato Keane con un “Alzati, smettila di fingere!” che innescò un forte desiderio di vendetta concretizzatosi poi nell’episodio del fallo violento volontario dell’aprile 2001 qui riportato. I due episodi sono descritti nell’autobiografia di Roy Keane rispettivamente alle pagine 144 e 190. 2 KEANE, L’autobiografia, Ed. Libreria dello Sport, Milano, 2003. 3 Nel maggio 2002.

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Informazioni tesi

  Autore: Gianluca Pinamonti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2002-03
  Università: Università degli Studi di Trento
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Gabriele Fornasari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 178

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