Responsabilità medica ex art.590-sexies c.p.
...come osservava Kant «Le prescrizioni del medico per risanare un uomo e quelle di un avvelenatore per ucciderlo sicuramente sono di valore eguale perché le une e le altre servono ad essi per condurre a buon fine il proprio intento» sebbene, tra intenti opposti (salvifico da un lato e lesivo/infausto dall’altro) è serenamente ipotizzabile il frapporsi di una qualsiasi tipologia di intento o di errore che ad ogni modo, non restituisce un risultato differente.
Attualmente invece, nel 2017, l’autore Carlo Brusco (nell’opera “La colpa penale e civile. La colpa medica dopo la l. 8 marzo 2017, n. 24) in tinte moderne e soprattutto giuridiche, ha affermato che «Lo strumento chirurgico nella mano di chi l’impugna è un mezzo per realizzare un progetto di cura che impegna la mente e la mano con un pizzico di coraggio e passione. Il gesto del chirurgo […] è realizzato da un manufatto inerte che trasmette la volontà di guarire il corpo con una serie di atti che indicano il percorso della tecnica chirurgica […] Il bisturi non è altro che un coltello poco diverso da quello per uccidere… è l’intenzione di guarire che lo rende speciale. Molti dei nostri strumenti sono mutuati da sarti, materassai, guantai ma è il modo di impugnarli che li rende diversi». Parole che dipingono metaforicamente la complessità del tema giuridico della responsabilità penale medica, al centro di differenti interpretazioni e contrasti giurisprudenziali, fin dallo scorso secolo e riemerso sotto un’altra veste (a pensarci più drammatica) con l’esplosione della pandemia di Covid-19, attualmente ancora in corso.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Giannoccaro |
Tipo: | Laurea magistrale a ciclo unico |
Anno: | 2020-21 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Filippo Bottalico |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 158 |
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