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Profili di modifica della normativa fiscale delle società cooperative

Nella mia tesi ho cercato di sviluppare l’argomento dalla riforma tributaria del 1973 ai giorni nostri, raccogliendo e visionando materiale da enciclopedie, libri, banche dati on line e consultando riviste tributarie, in particolare riviste che si occupano in modo specifico degli enti mutualistici. Mi sono reso conto che risulta difficile capire le modifiche intervenute nella legislazione fiscale delle società cooperative se non si comprendono alcuni basilari principi civilistici. Ho cercato quindi, dopo un breve capitolo dedicato ai principi cooperativistici e soprattutto all’analisi della fonte “primaria” e cioè l’art.45 della Costituzione Italiana, di soffermarmi sullo scopo mutualistico ed in particolare sulla sua evoluzione, perché quest’ultima ha influenzato in modo determinante anche le scelte del nostro legislatore fiscale. Ho dedicato quindi parte del quarto capitolo al concetto di mutualità e alla sua evoluzione, con particolare riguardo alle modifiche apportate, relativamente a questo aspetto, dalla riforma del diritto societario in vigore dal 01.01.2004.Nello stesso quarto capitolo, ho volutamente approfondito l’argomento della perdita della mutualità, del passaggio da CMP a CMNP sia per i risvolti fiscali connessi, sia per evidenziare le numerose lacune ancora presenti sull’argomento.Nel secondo capitolo inizio a trattare della legislazione fiscale delle società cooperative, partendo dalla riforma tributaria dei primi anni ‘701 per arrivare ad un’altra norma fondamentale e cioè l’art.6 del Decreto Legge n.63/2002. Ho volutamente dato ampio spazio all’istituto del ristorno nel terzo capitolo, vista la sua tipicità nelle società oggetto del presente lavoro, spesso sono stato costretto a citare o riportare parti di documenti di prassi emanati in materia dall’Amministrazione Finanziaria, non tanto per “condire”il lavoro, ma perché a mio avviso necessario per dare sistematicità e soprattutto per capire come i ristorni si inseriscano in una legislazione fiscale complessa come l’attuale. L’evoluzione normativa prosegue nel capitolo quinto, con un’altra legge fondamentale, la numero 311/2004 (legge Finanziaria 2005), la scelta utilizzata di riportare il testo degli articoli e di cercare di spiegare il significato dei vari commi deriva dalla necessità di riuscire a far comprendere i cambiamenti apportati dal nostro legislatore, modificazioni che peraltro sono diverse a seconda del tipo di cooperativa rendendo il panorama altamente complesso. Nel sesto capitolo affronto la problematica,peraltro non ancora chiusa definitivamente, della compatibilità delle norme di favore spettanti alle società cooperativa in campo tributario con il diritto comunitario, ed in particolare con l’art.87 del Trattato CE relativo ai presunti “aiuti di Stato”.L’ultimo capitolo, infine, è dedicato alle norme emanate l’estate scorsa che hanno ulteriormente inasprito l’imposizione tributaria a carico delle società cooperative, risaltando peraltro il fatto che la “partita” è ancora aperta.

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10 CAPITOLO I I PRINCIPI COOPERATIVISTICI E L’ARTICOLO 45 DELLA COSTITUZIONE ITALIANA 1)La nascita e l’evoluzione dei principi cooperativi Il movimento cooperativo nasce in Inghilterra verso la fine del 1844 a Ronchdale, un villaggio della contea del Lancashire con la fondazione della “Società dei probi pionieri di Ronchdale” costituita da un gruppo di tessitori disoccupati e in precarie condizioni economiche. Tramite la formazione di un capitale comune e la creazione di una comunità auto- organizzata, grazie all’assenza di intermediari,tale società aveva lo scopo di migliorare le condizioni di vita dei soci. Le linee guida di riferimento per conoscere e indirizzare il funzionamento delle imprese cooperative derivano in via diretta dalle enunciazioni di principio stabilite dai “probi pionieri” di Rochdale 3 , ovviamente nel tempo riviste ed aggiornate dall’Alleanza Cooperativa Internazionale (ACI), organizzazione che riunisce le cooperative di tutti i tipi e di tutti i Paesi, riconosciuta dall’ONU quale organizzazione consultiva avente funzioni di rappresentanza del movimento cooperativo, le cui deliberazioni diventano punto di riferimento per l’evoluzione normativa dei diversi Paesi nei quali la cooperazione è presente. Questi principi di riferimento sono sette e definiscono le regole di comportamento e i criteri di appartenenza per l’insieme delle imprese 3 M. MAZZOLENI, Management realizzato:prassi e teorie di un’azienda di successo,Milano,Franco Angeli Ed., 2005.

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Tebaldi
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2011-12
  Università: Università degli Studi Guglielmo Marconi
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze dei servizi giuridici
  Relatore: Maria Assunta Icolari
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 207

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Parole chiave

ristorni
società cooperative
agevolazioni tributarie
divieto di aiuiti di stato
cooperative a mutualita' prevalente
cooperative a mutualita' non prevalente

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