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Lobbying strumento di democrazia partecipativa. Rappresentanza e tutela di interessi particolari nel panorama istituzionale europeo.

Questo elaborato si pone il fine di compiere uno studio inerente la tematica dell’attività di lobbying, con un occhio di riguardo per il contesto istituzionale europeo.
A questo scopo ci introdurremo all’argomento prima attraverso una digressione sui principi che caratterizzano il sistema democratico, parlando quindi di democrazia rappresentativa e di democrazia diretta, ed esaminando le differenze tra le due.
Tutto ciò ci sarà utile per inquadrare il fenomeno lobbying quale esplicazione del principio della democrazia partecipativa, attribuendo ad esso il ruolo di mediazione tra cittadini e pubbliche istituzioni.
Sarà effettuata poi un’analisi etimologica e teorica del “lobbismo”, attraverso accenni di carattere storico, lo studio dell’evoluzione del lobbying dalle sue origini in epoca romana, per arrivare ai giorni nostri. A tal fine risulterà fondamentale un accenno al sistema degli Stati Uniti, la patria del lobbying, e all’attuale ordinamento Italiano.
Nel secondo capitolo, proseguiremo la trattazione, esaminando la struttura dell’Unione sia sotto il profilo storico, sia mediante l’analisi delle singole istituzioni che la compongono. Ciò rende esplicito lo spazio in cui le lobbies giocano il loro ruolo all’interno delle Istituzioni comunitarie. Sarà sottolineata in particolare la loro funzione di strumento indispensabile al fine di ottenere maggiori informazioni in ambito decisionale, sfatando il luogo comune secondo il quale le lobbies vengono considerate solo in maniera negativa.
Si parlerà così nello specifico di quali tipologie di lobby operano all’interno dell’Unione e quali siano gli interessi da esse rappresentati.
Il terzo capitolo sarà infine dedicato allo studio della tematica della trasparenza all’interno delle istituzioni europee con riguardo alle normative già applicate, a quelle in via di definizione e ai panorami futuri.
Si chiarirà dunque come il settore sarà regolamentato e quali saranno le ricadute sullo svolgimento della attività del lobbismo presso l’Unione.

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13 INTRODUZIONE E’ carattere proprio del mondo animale vivere in gruppi. Questa caratteristica è anche dell’uomo, e trae origine probabilmente dalla sua natura più istintiva e primitiva. Identificarsi e vivere in comunità, infatti, aiuta l’individuo sotto molti aspetti della vita quotidiana, agevolandolo sia nelle necessità più semplici sia in quelle più complesse come la difesa della specie o la ricerca di cibo. La nostra vita quotidiana è contraddistinta dal nostro inserimento, partecipazione, confronto, creazione o scioglimento di gruppi. Questi vengono a loro volta caratterizzati dal perseguimento di distinti scopi e spesso sono da noi stessi scelti a seconda di nostri fini o interessi. Essi operano sia sul piano micro che sul piano macroscopico. Dei primi fanno parte per esempio la famiglia, i gruppi di lavoro, i gruppi sportivi, mentre nei secondi rientrano istituzioni come lo stato, i partiti politici, i gruppi che difendono gli interessi dei lavoratori o l’appartenenza ad una determinata fede religiosa. Come infatti sostiene Rousseau, “la società civile si suddivide a sua volta in un insieme di società particolari a cui gli individui partecipano sulla base di un interesse che li accomuna”. Creare un gruppo, entrarvi, perseguire e difenderne gli interessi è proprio della specie umana; tale forma di aggregazione può contraddistinguere un individuo, modificando il suo modo di relazionarsi con altri soggetti. Spesso i gruppi che lavorano sul piano macroscopico sono il frutto di insiemi di gruppi più piccoli che, per ragioni di convenienza, decidono di darsi delle regole per interagire tra di loro. Talvolta sono addirittura i “Macroguppi” che hanno bisogno di unirsi per poter meglio convivere e cooperare. Possono essere un esempio di questo fenomeno gli organismi internazionali come l’Unione Europea. Questa istituzione, infatti, è nata dall’accordo dei singoli stati, al fine di darsi delle regole di pacifica convivenza, per dettare politiche comuni atte al perseguimento del miglioramento della vita degli individui che ne fanno parte e della condizione economica degli stati aderenti. All’interno di queste grandi aggregazioni nascono correnti di interesse determinate da gruppi più piccoli, volte a indirizzare a proprio favore la politica dell’istituzione stessa secondo determinati interessi. Questi gruppi, che noi chiamiamo gruppi di pressione o lobby, vengono spesso considerati in un’ottica negativa, come qualcosa di oscuro ed illecito. Questa trattazione si pone tra gli altri lo scopo di dissuadere il lettore rispetto a questa visione, fornendo gli strumenti idonei a comprendere da vicino il fenomeno. Capire ed analizzare i gruppi di pressione, che, come si vedrà, risalgono a tempi antichi e si sono evoluti nel tempo fino ad arrivare a quelli attuali che operano nell’ambito dell’Unione Europea, non rappresenta solamente un metodo per intendere il processo decisionale

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