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Le frodi carosello come patologia della tassazione analitico-aziendale

Il fenomeno delle frodi all'Iva designa un caso eterogeneo di comportamenti frodatori diretti ad omettere il versamento dell'imposta sul consumo ai danni dell'erario e degli interessi finanziari dell'UE, per la rispettiva quota di partecipazione al gettito fiscale IVA. Le frodi carosello costituiscono una species del più ampio genus di frodi IVA, ove un fornitore europeo, dopo aver ricevuto ingenti quantitativi di merci senza applicazione del tributo, sfruttando la non imponibilità per le operazione intracomunitarie, rivende le medesime merci con applicazione d'imposta, che non verserà al fisco, rompendo così le simmetrie tra versamento d'imposta addebitata al proprio ulteriore cliente e detrazione. Tanto è vero che l'acquirente operatore economico del soggetto frodatore detrarrà l'Iva occultata a monte.
Il problema della detassazione della filiera a monte del consumo, per quel che concerne il tributo sulla cifra d'affari, sembra essere ancora oggi un problema irrisolto, a partire dall'abolizione delle dogane interne all'UE e dall'entrata in vigore del Trattato di Maastricht. L'unione doganale, come definita dall'art. 28, par. 1 del TFUE resta uno dei pilastri fondamentali del processo di integrazione comunitaria, ma fenomeni frodatori del tipo di quelli descritti ne stanno minando un sistema armonizzato come quello dell'imposta sul valore aggiunto.
Non è un problema evasivo e nemmeno elusivo, ma un caso di evasione d'impresa, il cui scopo in buona sostanza è quello di abbattere il costo di acquisto della merce destinata al consumo, così da rendersi più competitivi, con enorme danno alla libera concorrenza e ai principi che presiedono al corretto funzionamento de mercato, cui tende l'ordinamento sovranazionale.

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Dipartimento di Giurisprudenza INTRODUZIONE L’argomento oggetto della presente tesi riguarda un fenomeno dal carattere poliedrico 1 , perpetrato ai danni degli interessi finanziari della Comunità Europea prima e dell’Unione Europea dopo, oltre che dell’erario degli Stati nazionali. Sono le cosiddette frodi carosello o frodi IVA. E’ un fenomeno strettamente connesso alle fragilità e debolezze del sistema armonizzato dell’Imposta sul valore aggiunto tipo consumo (anche detta imposta sulla cifra d’affari), introdotta a livello comunitario per fronteggiare i noti rischi di cumulo, propri di alcuni tributi nazionali, come l’IGE nel nostro Paese, che peraltro, a differenza dell’IVA, non era in grado di colpire direttamente e soltanto il consumo finale, in quanto imposta cumulativa e quindi idonea a colpire ogni stadio della filiera produttiva e distributiva. In realtà, l’espressione utilizzata, frode IVA o frode carosello, non delinea una fattispecie rigorosa e precisa dal punto di vista concettuale, dal momento che può includere vari comportamenti, nonché fare riferimento agli esiti più diversificati, anche se tutti accomunati dall’intento di recare pregiudizio alle ragioni erariali per mezzo di comportamenti fraudolenti messi in atto dall’operatore economico professionista o dagli operatori economici che hanno preso parte al meccanismo applicativo dell’imposta sui consumi. La sua denominazione classica, frode a carosello appunto, discende dal modo in cui i beni circolano nel territorio dell’Unione da uno Stato membro all’altro, ma solo cartolarmente. In genere, si tratta di tre operatori economici, muniti di partita IVA e residenti in due Stati nazionali diversi, ma nelle ipotesi più complesse può trattarsi di molteplici operatori economici in due o più Paesi membri. Non si tratta di un fenomeno elusivo, cioè di aggiramento del dato formale legislativo, che presuppone una questione interpretativa: nel caso delle frodi carosello, si tratta di un’operazione ibrida, a vocazione trilaterale, con cui si avvantaggia un fornitore intracomunitario, a favore del quale sorge un credito d’imposta in realtà insussistente. Si vedrà, a tal proposito, che le principali manifestazioni del fenomeno oggetto di studio si distinguono in operazioni soggettivamente inesistenti ed operazioni oggettivamente inesistenti, per intendere le prime quali operazioni tra fornitori consistenti in un’effettiva cessione di beni o prestazione di servizi, contabilmente registrate da un operatore economico diverso da colui che materialmente effettua la cessione; con le seconde, invece, si fa riferimento ad un’operazione inesistente sul piano concreto, ma registrata contabilmente. Solo nel primo caso, può parlarsi di frode carosello vera e propria, per la quale si riscontra una sostanziale regolarità contabile, sebbene, il più delle volte, anche in operazioni cartolari come quelle descritte, si interponga un soggetto fittizio, che funge da società cartiera, o missing trader, che permette detrazioni d’imposta senza alcun versamento a monte. In sostanza, è un vero e proprio arbitraggio fiscale, una sorta di evasione da riscossione o evasione interpretativa, il cui scopo è, il più delle volte, quello di abbassare il prezzo delle 1 E’ necessario infatti, a proposito delle frodi carosello, distinguere tra occultamento di ricchezza al Fisco, intesa come sottrazione di ricchezza alla pretesa fiscale (evasione in senso materiale) e l’adozione di una certa interpretazione giuridica su ricchezza che non è affatto nascosta, denominata anche evasione interpretativa, trattandosi in questo ultimo caso di evasione interpretativa o pianificazione fiscale.

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Parole chiave

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elusione
evasione fiscale
abuso del diritto
frodi carosello
ige
frodi iva
teoria della tassazione analitico-aziendale
sistema armonizzato iva
imposte sui consumi

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