La scuola italiana di filosofia analitica del diritto. Storia, presupposti e limiti.
A B S T R A C T
Federico Brangian
La scuola italiana di filosofia analitica del diritto. Storia, presupposti e limiti.
In questa tesi vengono tracciate le linee di sviluppo, da un punto di vista storico e critico, del movimento gius-analitico italiano, movimento che nasce ufficialmente nel 1950 (anno nel quale è pubblicato l’articolo di Bobbio Scienza del diritto e analisi del linguaggio) e il cui peso, nell’ambito della cultura giuridico-filosofica italiana, sarà preponderante per almeno un quindicennio, influenzando, direttamente o indirettamente, gran parte delle discussioni dei filosofi del diritto e degli specialisti.
Nel primo capitolo abbiamo affrontato i presupposti storici e filosofici sui quali si costituisce la scuola di Bobbio, unitamente all’analisi dell’articolo che l’ha ispirata.
Nel capitolo secondo abbiamo messo in luce quali siano le posizioni comuni ai vari gius-analitici italiani che si richiamano, a diverso titolo, alla scuola del filosofo torinese.
Nel capitolo terzo abbiamo trattato gli sviluppi, successivi alla fondazione, della scuola stessa, rilevando peculiarità e differenze.
Nel capitolo quarto ci siamo occupati in particolare di Bobbio e Scarpelli, comunemente considerati i due più autorevoli rappresentanti del movimento. Da essi specialmente abbiamo tratto le nostre considerazioni sulla crisi della scuola datata intorno alla metà degli anni ’60: crisi che coinvolse l’intero pensiero giuspositivista, e che viene generalmente reputata decisiva per le sorti del movimento gius-analitico.
Nel quinto capitolo abbiamo delineato le due diverse, ma non incompatibili, vie imboccate dagli (ex) giuspositivisti dopo la crisi, confrontandole criticamente.
Nelle conclusioni, infine, abbiamo cercato di indicare non solo le verosimili ragioni del “fallimento” della scuola, ma anche i pericoli che tale fallimento ha indirettamente evitato, consentendo di rimettere in discussione la reale portata, umana e scientifica, della riflessione storico-metafisica come costitutiva del metodo filosofico e di ogni possibile filosofia del diritto che non voglia ridursi a mera notificazione di atti di forza esercitata dal potere per fini che si vogliono sottratti ad una discussione non meno rigorosa di quella puramente ipotetico-deduttiva, sempre propugnata dagli analitici come la sola possibile.
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Informazioni tesi
Autore: | Federico Brangian |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1997-98 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maurizio Manzin |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 115 |
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