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La durata massima e media della prestazione di lavoro

L'orario di lavoro assume rilievo come istituto del diritto del lavoro sotto almeno tre diversi profili. Innanzitutto esso costituisce il criterio normale o ordinario di commisurazione quantitativa della prestazione dovuta dal lavoratore subordinato in virtù dell'obbligazione sorgente dal contratto di lavoro.
In secondo luogo, esso rappresenta il limite temporale invalicabile dell'attività lavorativa che il singolo può obbligarsi a svolgere in favore del datore di lavoro; limite fissato in funzione della tutela della sua salute ed integrità psico-fisica.
Infine, proprio in quanto definisce lo spazio temporale entro il quale il lavoratore subordinato dispone del proprio tempo di vita in funzione dell'esercizio dell'attività lavorativa organizzata dall'imprenditore, esso individua altresì a contrario, il periodo di tempo che resta riservato alla sua personale dimensione esistenziale.

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La disciplina dell’orario di lavoro nel R.D.L. n. 692 del 15-3-1923 CAPITOLO I La disciplina dell’orario di lavoro nel R.D.L. n. 692 del 15-3-1923 1 Limiti massimi dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale. 2 L’ambito di applicazione. 3 La nozione di lavoro effettivo. 4 I lavoratori esclusi dai limiti di orario. 5 La questione del personale direttivo. 6 I prolungamenti dell’orario di lavoro: il lavoro straordinario. 1 Limiti massimi dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale Nel nostro ordinamento la definizione dell’orario di lavoro era affidata al R.D.L. n. 692/1923, convertito in Legge n. 473/1925 ed integrato dai regolamenti di attuazione (R.D. n. 1955/1923, R.D. n. 1956/1923; R.D. n. 1957/1923). Esso infatti, nonostante la sua lontana origine, ha rappresentato per molto tempo la principale fonte di disciplina della materia stabilendo imperativamente i limiti, giornaliero e settimanale, del lavoro normale e straordinario. L’art. 1 del R.D.L. appena citato disponeva in particolare che “la durata massima normale della giornata di lavoro degli operai ed impiegati nelle aziende industriali e commerciali di qualunque natura, anche se abbiano carattere di Istituti di insegnamento professionale o di beneficenza, come pure negli uffici, nei lavori pubblici, negli ospedali, ovunque è prestato un lavoro salariato o stipendiato alle dipendenze o sotto il controllo diretto altrui, non potrà eccedere le 8 ore al giorno o le 48 ore settimanali di lavoro effettivo”, avendo come riferimento la settimana di 1

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Informazioni tesi

  Autore: Lucio Gino Antenucci
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Vincenzo Valentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 167

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Parole chiave

clausola di non regresso
durata massima prestazione di lavoro
lavoro effettivo
lavoro nella p.a.
lavoro straordinario
orario di lavoro

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