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La convenzione dell'Aja del 1985 e la legge applicabile ai trust

La Convenzione dell'Aja e il suo riconoscimento hanno posto sotto gli occhi dell'operatore di civil law un istituto che tradizionalmente era sconosciuto al nostro sistema.
Quello che interessa al nostro lavoro non è tanto l'annosa questione civilistica su quanto il trust potesse essere contrario ai principi del nostro ordinamento, quanto avere l'occasione di capire le motivazioni che hanno spinto gli operatori a redigere una convenzione in materia di trust analizzandone i contenuti e tenendo ben in considerazione i problemi che si sono dovuti affrontare, soprattutto, visto il carattere universale che si è attribuito alla stessa e vista la ''distanza'' delle due scuole di common law e di civil law, che si sono trovate per l'occasione intorno allo stesso tavolo.
Scopo dell'opera è dunque, più che una descrizione dell'istituto e delle sue problematiche, un esame analitico dei tratti salienti della Convenzione e dei problemi tipici affrontabili in ambito internazionalprivatistico con particolare riguardo alle problematiche attinenti i limiti della autonomia privata.

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Parte Generale 6 Premessa L’entrata in vigore della Convenzione dell’Aja del 1° luglio del 1985, relativa alla legge applicabile ai trusts e al loro riconoscimento, rende ormai riconoscibili, anche nel nostro paese, gli effetti di trusts costituiti all’estero e consente al giudice di qualificare come tali fattispecie che presentino elementi di estraneità rispetto al nostro ordinamento, individuandone la legge regolatrice in base all’operare di specifici criteri di collegamento . Il legislatore italiano è stato velocissimo nella ratifica della Convenzione, avvenuta con l.16 ottobre 1989, n. 364 che ha permesso alla medesima di entrare in vigore in conformità dell’art. 30 dal 1° gennaio 1992. Si è giustamente pensato che, al fine di non rimanere tagliati fuori da un certo tipo di circolazione di capitali mobiliari e immobiliari, l’aderire al riconoscimento del trust fosse, per il nostro paese, molto importante. Forse, però, non si è considerato che saranno proprio quei paesi nei quali il trust è riconosciuto e disciplinato, a risentire positivamente di questo riconoscimento. O meglio, proprio per il fatto che la legge applicabile al trust e ai vari profili della sua esistenza è quella di un paese che già lo ammette e lo riconosce, sarà quella sede che presumibilmente determinerà il richiamo di ricchezza internazionale. La Francia, ad esempio, ha percorso questa strada. La scelta di non dare esecuzione alla Convenzione e di costruire una fiducia tutta propria, rispecchia la piena consapevolezza che proprio l’autonomia della

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Informazioni tesi

  Autore: Lorenzo Guidotti
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 1997-98
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Paola Ivaldi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 196

FAQ

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