L' Usufrutto Giudiziale
L'Usufrutto Giudiziale, previsto e disciplinato dal comma 2 art. 194 c.c., è un istituto giuridco "sui generis" in quanto presenta le caratteristiche dell'usufrutto ordinario, ma, allo stesso tempo se ne differenzia, per le sue applicazioni, per la sua ratio.
Il secondo cpv della norma, venne approvato dopo un lungo iter parlamentare. Lo scopo dell'istituo in questione era quello di apportare una maggiore tutela ai figli, nell'ambito della separazione o cessazione degli effetti civili del matrimonio tra i coniugi. Esso veniva costituito, con provvedimento giurisdizionale, sulla casa coniugale del coniuge non affidatario, proprio per garantire, ai figli, quell'ambiente familiare e naturale in cui hanno vissuto sin dall'inizio. L'istituo venne creato, originariamente, per garantire l'assegnazione della casa familare al coniuge affidatario, in un periodo in cui ancora non era prevista la trascrizione dell'assegnazione stessa, e quindi, per evitare la possibilità, che il coniuge non affidatario potesse, in qualsiasi momento disporre della casa, alienandola a terzi, senza che l'altro coniuge potesse fare alcunchè. Sia la giurisprudenza che la dottrina precedente hanno trattato dell'istituto in modo molto superficiale. Non si riscontra una sua attuale applicazione o trattazione. Forse perchè l'istituto in questione fu concepito per essere applicato principalmente sulla casa coniugale, ma non si è considerata una sua più vasta e importante applicazione anche su altri beni mobili e immobili.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Santucci |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Luisa Mezzanotte |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 139 |
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