Il regolamento del fondo comune
La tesi contiene un capitolo introduttivo dedicato a inquadrare il fenomeno dei fondi comuni da un punto di vista giuridico, con un breve excursus sul dibattito dottrinale svoltosi a partire dagli anni Sessanta.
La disciplina dei fondi è stata dettata per la prima volta nel 1983, ed è stata arricchita fino a trovare una sistemazione organica nel decreto Draghi (D. Lgs. 58/98), che ha demandato gran parte della disciplina della materia alla normazione secondaria della banca centrale.
Il regolamento del fondo è il “contenitore” della disciplina contrattuale tra i partecipanti, la società di gestione e la banca depositaria. Ne vengono analizzati i requisiti di legge e quelli prescritti dai provvedimenti della Banca d’Italia, le modalità di comunicazione e pubblicazione.
Il contratto di partecipazione al fondo è una fattispecie complessa, che chiama in causa i tre soggetti principali (partecipanti, società di gestione e banca depositaria), nonché, a vari livelli, le autorità di controllo, il cui ruolo è stato accentuato dalla nuova normativa.
La tesi tenta di dimostrare che il contratto di partecipazione al fondo è sottratto al controllo dei singoli partecipanti, e può essere modificato unilateralmente dalla società di gestione.
Le esigenze di protezione dei risparmiatori sono in primo luogo dettate dal fatto che i risparmiatori non professionali sono inquadrabili nella categoria dei consumatori, e quindi hanno bisogno di efficace difesa dallo strapotere dei soggetti professionali con cui contrattano. Tali esigenze di tutela sono poi accentuate anche dalla complessità del servizio che essi acquistano e dalla loro istituzionale incapacità di avere tutte le informazioni indispensabili per giudicare e valutare il merito del rapporto d’investimento.
Il legislatore, a mio avviso, ha fatto una scelta politica precisa (che la Banca d’Italia ha sostanzialmente recepito, pur con qualche incertezza, con la normazione secondaria), volta a sottrarre totalmente il controllo sull’operato della società di gestione e della banca depositaria ai risparmiatori anche dal punto di vista della responsabilità per cattiva gestione. Gli interessi dei partecipanti, quindi, sono meglio tutelati dal controllo da parte delle autorità preposte a ciò, ossia la Consob e soprattutto la Banca d’Italia, il che da un lato li relega in una posizione contrattuale di inferiorità rispetto ai diretti contraenti (società di gestione e banca depositaria), ma dall’altro costituisce il metodo più efficace di garantire la corretta gestione dei risparmi.
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Informazioni tesi
Autore: | Serena Boni |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Renzo Costi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 131 |
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