Il rapporto di lavoro nei gruppi imprenditoriali
L'autore indaga le conseguenze derivanti dall'inserimento della prestazione lavorativa in quel particolare tipo di impresa a struttura complessa rappresentata dal gruppo imprenditoriale. Individuata nella dialettica tra pluralità giuridica e unitarietà economica e nella direzione unitaria i tratti caratteristici del gruppo, l'autore constata l'assenza, nell'ordinamento lavoristico, di una disciplina generale assimilabile, dal punto di vista sistematico, a quella di cui agli artt. 2497 e ss. c.c., che regola in termini generali i profili societari del fenomeno. L'autore si sofferma quindi sugli ormai numerosi frammenti lavoristici in materia di gruppi, i quali sono emblematici dell'approccio del legislatore del lavoro, che spazia dal favor verso tale forma organizzativa (art. 31 d.lgs. 276/03, art. 31 u.c. d.lgs., 81/08, art. 5.8 l. 68/99), all'intento antielusivo (art. 15.4-bis l. 223/91, art. 47.4 l. 428/90) ovvero antiabusivo (art. 8.4-bis l. 223/91, art. 4.12.c l. 92/12). Evidenziata la natura frammentaria di tali disposizioni, l'autore si sofferma sull'evoluzione giurisprudenziale in materia, che ha portato all'elaborazione di una vasta gamma di principi volti in particolare a determinare “chi sia” ovvero “quanto sia grande” il datore di lavoro nei gruppi. Individuazione del datore di lavoro e delimitazione dei perimetri aziendali rilevanti sono infatti le questioni preliminari su cui si innestano i concreti petita processuali (impugnative del licenziamento individuale o collettivo, reintegrazione, condanna al pagamento dei crediti in via solidale, declaratorie della continuità del rapporto a vari fini). Per fare chiarezza tra itinerari ricostruttivi e tendenze giurisprudenziali spesso disomogenei, l'autore isola tre distinti schemi di imputazione del rapporto di lavoro e delle responsabilità datoriali astrattamente applicabili e suscettibili di combinarsi variamente in relazione alla vicenda concreta: l'imputazione alternativa, l'imputazione complementare e l'imputazione cumulativa. Con la prima formula l'autore allude all'applicazione, nel campo dei gruppi, della regola aurea del diritto del lavoro che prescrive che il rapporto di lavoro sia imputato al soggetto che utilizza effettivamente la prestazione del lavoratore, da ritenersi tuttora vigente nonostante l'abrogazione della l. 1369/60. Con la seconda formula l'autore si riferisce all'ormai consolidata giurisprudenza in materia di unico centro d'imputazione la quale, in presenza di indici denotativi di una situazione di unicità d'impresa consente di combinare in una visione complessiva i diversi livelli del gruppo a svariati fini (sui quali il Jobs Act ha inciso significativamente) senza necessariamente sollevare questioni di titolarità del rapporto. Con l'ultima formula l'autore si riferisce alle recenti teorie della codatorialità, di origine dottrinale e quindi recepite a livello giurisprudenziale e legislativo, le quali vedono nell'imputazione cumulativa del rapporto di lavoro tout court a due soggetti una tecnica per contemperare rationes di tutela del lavoro subordinato ed esigenze di gestione flessibile del personale da parte delle imprese. L'autore distingue quindi tra la codatorialità rimediale e quella regolativa di cui al d.l. 76/13, per evidenziare come la seconda stenti ad affermarsi nel tessuto imprenditoriale italiano, vuoi per evidenti incertezze applicative, vuoi per la contestuale introduzione di una forma di distacco a presunzione assoluta d'interesse che si presenta come un perfetto equivalente funzionale della codatorialità. L'autore conclude quindi sottolineando come i tre schemi d'imputazione descritti possono essere visti come altrettante tecniche di tutela del lavoratore subordinato nei gruppi, idonee sia a fronteggiare alcune degenerazioni patologiche sia a determinare un adattamento delle discipline lavoristiche a fronte di genuine scelte organizzative, dal grande gruppo transnazionale alle piccole imprese collegate italiane.
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Informazioni tesi
Autore: | Gionata Golo Cavallini |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Maria Teresa Carinci |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 253 |
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