Il Collaboratore ed il Testimone di giustizia
Dal 1965 in poi, il legislatore italiano ha cercato di contrastare il fenomeno mafioso con interventi che spaziano dal diritto penale a quello penitenziario, purtuttavia, l'intervento legislativo che più di tutti ha consentito allo Stato di infliggere duri colpi alle associazioni criminali di stampo mafioso, siano esse cosa nostra - 'ndragnheta - camorra - sacra corona unita, è rappresentato dal D.L. n. 82\91 poi modificato dalla L. n. 45\01. Per effetto di tali interventi è stato introdotto, nel nostro ordinamento, oltre ad un vero e proprio sistema di protezione per che decideva (e decide) di collaborare con la giustizia, anche e soprattutto una serie di disposizioni il cui raggio di azione abbraccia il diritto processuale penale.
Al fine di fornire un quadro quanto più esaustivo possibile del contesto giuridico e sociale in cui si è mosso il legislatore in ambito mafioso, si è deciso di descrivere i 4 "momenti" in cui si articola la disciplina antimafia (CAP. I), soffermandosi con attenzione sulle vigenti disposizioni speciali che, modificando quelle di cui al D.L. 8\91, delineano l'assetto normativo in base al quale il "pentito" di mafia assume la specifica veste di collaboratore di giustizia ed i benefici penali, penitenziari e tutori che sono connessi alla acquisizione di tale "status" (CAP. III). Vista la sua importanza e le molteplici questioni interpretative cui ha dato adito, poi, un intero capitolo è stato dedicato alla trattazione del verbale illustrativo dei contenuti della collaborazione (CAP. II). Da ultimo, (CAP. IV) ci si è dedicati alla analisi di quella che potremmo definire come la questione processuale che trova il suo apice nella utilizzabilità, in sede dibattimentale, delle dichiarazioni precedentemente rese dal collaboratore di giustizia. In altri termini, si è analizzato il rapporto intercorrente tra norme ordinarie (come modificate dalla L. n. 63\01 sul cd. "giusto processo") e norme speciali allorquando si arriva al processo. Di conseguenza, ci si è soffermati sulle varie "vesti" processuali del collaboratore di giustizia, vale a dire imputato di procedimento connesso ex art. 12, c. 1, lett. a c.p.p.; imputato di procedimento connesso ex art. 12, c. 1, lett. c c.p.p.; imputato di procedimento collegato ex art. 371, c. 2, lett. b c.p.p.; "testimone assistito". Infine, sono state analizzate le questioni relative alla videoconferenza ed al telesame.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonino Verbaro |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza e Cremona |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Paola Corvi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 256 |
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