Il caso Marò ed il Diritto Internazionale del mare
I fatti occorsi nella zona contigua a largo delle coste dello Stato del Kerala in data 15 febbraio 2012, hanno avviato la nota querelle, di indiscusso rilievo internazionalistico, tra lo Stato italiano e la Repubblica federale indiana. A poche ore dal compimento dei fatti delittuosi, imputati dalla Corte del Kerala prima e dalla Suprema Corte indiana poi ai due fucilieri italiani Latorre e Girone, e perpetrati ai danni di due inermi pescatori a bordo del peschereccio battente bandiera indiana St. Antony, si é posta la questio iurisdictionis, originata dalla pretesa dell'India di esercitare il suo magistero punitivo sui "marines italiani dal grilletto facile" e dalla stessa legittimata sulla base della lex loci commissi delicti, essendo l'evento fatale consumatosi a bordo di un natante indiano e per tanto assimilato al territorio nazionale, e in ossequio alle disposizioni del SUA Act, risultando sì estensibile, alle zone funzionali della zona contigua e piattaforma continentale, l'applicazione del codice penale e di procedura penale indiano. Di contro la difesa italiana contesta la suddetta pretesa, richiamando le disposizioni UNCLOS, pedissequamente analizzate nel primo capitolo, e presupponendo una violazione delle stesse in fieri, alla luce dell'art. 33 UNCLOS, il quale riconosce allo Stato costiero solo limitati poteri nella zona contigua, e dell'art. 97 UNCLOS che specificatamente stabilisce a quale Stato debba riconoscersi il potere giurisdicente nei casi di "incidente della navigazione", la cui portata significante risulta stabilita dall'IMO. La difesa italiana, inoltre, ribadisce la qualità di individui-organi riconosciuta in capo a due Marò, imbarcati sulla Enrica-Lexie quali membri del team componente il Nucleo Militare di Protezione in funzione antipirateria; rebus sic stantibus non potendosi imputare personalmente i fatti posti in essere per ragioni di servizio, si ritiene che i fucilieri del battaglione San Marco beneficino dell'immunità funzionale. Sicché, in ragione dei dubbi scaturenti dalla interpretazione ed applicazione delle norme UNCLOS, l'Italia ha adito all'uopo il Tribunale arbitrale ex Annex VII, chiamato ad esprimersi sulla questione di giurisdizione entro il 2019, il quale si é già espresso sulla questione cautelare, ritenendo fondata la domanda italiana, consentendo sì il rientro in Italia dei marines per ragioni umanitarie, rigettando così i rilievi della difesa indiana, la quale ha invocato inutiliter il principio del ne bis in idem, ritenendo che sulla stessa domanda si fosse già espresso l'ITLOS.
Least but not last, si rileva come la controversa faccenda abbia implicato la violazione della Convenzione di Vienna del 1961, facendo altresì sorgere la questione dell'immunità diplomatica e contribuendo a connotare il caso come una "caporetto diplomatica", ancorché "politica e giudiziaria".
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Informazioni tesi
Autore: | Jessica Bevilacqua |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2018-19 |
Università: | Università Telematica "E-Campus" |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Davide Dell'Acqua |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 161 |
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