I principi di diritto penale in ambito comunitario
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea costituisce il nucleo della futura Costituzione. Essa è già oggetto di critiche disparate: vi è chi ne lamenta la inutilità, chi l’assenza di originalità rispetto al sistema della Convenzione europea dei diritti dell’uomo elaborata al Consiglio d’Europa (CEDU), di cui la Carta costituirebbe un inutile doppione, chi la sua insufficienza come progetto di Costituzione europea e persino chi, in controtendenza, ne stigmatizza l’eccessiva invasività (in particolare in materiale sociale) rispetto all’attuale ripartizione delle competenze fra Stati e Comunità. Altre critiche derivano da un approccio semplicistico, che misura la Carta utilizzando esclusivamente il metro delle Costituzioni nazionali. Cosi la Carta sarebbe inutile perché non migliorerebbe gli standard di tutela già garantiti dalle Costituzioni nazionali, o addirittura sarebbe uno strumento “imposto” dall’Unione, che ignorerebbe o si sovrapporrebbe alle Costituzioni nazionali.
La Carta dunque, per le stesse ragioni, non si sovrappone e non rappresenta un’alternativa alle costituzioni statali, ma costituisce uno strumento simmetrico rispetto a queste; cosi come queste limitano i poteri dello Stato, essa limita i poteri delle istituzioni comunitarie.
La Carta è al momento, e sino a che non venga inserita nei Trattati, uno strumento di softlaw , vale a dire una dichiarazione congiunta delle tre istituzioni ( che l’ hanno proclamata a Nizza il 7 dicembre 2000), di alt valore politico, ma formalmente sprovvista d valore giuridico autonomo. Tuttavia essa è destinata comunque, seppure indirettamente, a produrre effetti giuridici. Difficilmente infatti le istituzioni comunitarie, la Commissione in fase di proposta degli atti, e il Parlamento europeo in sede di codecisione degli atti comunitari, potranno ignorarla.
La Carta non è vincolante, ma in tal modo diviene una sorta di codice autoregolamentazione delle due istituzioni e per tale via è dunque destinata ad influenzare il processo
La Corte di Giustizia troppo spesso afferma il diritto in principio, ma poi ne nega la rilevanza o la sussistenza nel caso di specie, oppure riscontra che quel diritto risulta “affievolito” di fronte all’interesse comunitario. In altre parole, la Corte di Giustizia sembra a volte agire più come un giudice amministrativo che come un giudice costituzionale.
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Informazioni tesi
Autore: | Giosue Leocata |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Umberto Guerini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 156 |
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