I poteri probatori del giudice
Il procedimento che, attraverso l’istruttoria dibattimentale, conduce alla valutazione della prova, è improntato al “fondamentale principio di legalità della prova”, quest’ultima intesa come risultato conoscitivo che il giudice, dopo avere selezionato i dati acquisiti secondo le regole del procedimento probatorio, pone, con determinante efficacia dimostrativa nel ragionamento giudiziale, a fondamento della sua decisione.
E’stato messo in risalto come il processo penale trova le sue fondamenta nel principio costituzionale del giusto processo, per passare all’identificazione dei predicati che qualificano la figura del giudice penale come terzo ed imparziale.
All’interno di queste coordinate, risalta il ruolo dell’organo giurisdizionale nelle varie fasi del processo, e, in modo particolare, in relazione all’esercizio dei suoi poteri probatori officiosi e al limite massimo che questi incontrano, compatibilmente con l’esigenza di non pregiudicare l’imparzialità, poiché quando il giudice diventa attore sulla scena probatoria a venir messa in discussione è l’idea stessa di giustizia, che ha, nel valore dell’imparzialità, la sua qualità immanente e che esprime il modo di essere dell’organo giusdicente.
Nello stesso tempo, però, va preso atto che l’iniziativa giudiziale in tema di prova concorre, assieme all’imparzialità, alla realizzazione del fine cui la giurisdizione tende: assicurare una “ giustizia giusta ” .
Invero, la libertà di giudizio sarebbe mortificata in un sistema nel quale il giudice, consapevole della lacunosità del materiale conoscitivo prodotto e della sua integrabilità, fosse costretto a pronunciarsi sulla base di un quadro probatorio mutilo.
Uno spettro decisorio incompleto costringerebbe il giusdicente, pur imparziale, a pronunce parziali.
Occorre, pertanto, che vi sia un punto di equilibrio fra l’esigenza di un accertamento che consenta il giusto epilogo decisorio e la garanzia di un organo giurisdizionale che sia tale.
La soluzione a cui si perviene mostra la stretta dipendenza tra contraddittorio e poteri ex officio: le prerogative istruttorie del giudice, compatibili con il suo ruolo di organo neutrale ed equidistante dalle parti, si muovono esclusivamente all’interno del perimetro tracciato dagli antagonisti che si fronteggiano nel processo.
I poteri officiosi del giudice trovano nel contraddittorio causa e limite.
Poiché l’iniziativa probatoria può vulnerarne l’obiettività di valutazione, è necessario tener fermo un principio: si deve cercare di conferire all’organo della decisione il massimo dei poteri probatori compatibile con l’irrinunciabile esigenza di non pregiudicarne l’imparzialità.
Il giudice non è imparziale in quanto giudice, ma deve essere imparziale.
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Informazioni tesi
Autore: | Rosa Angelone |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Giuseppe Di Chiara |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 214 |
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