I controlli del giudice sulla pena richiesta dalle parti
Dall’impasse creata dal sovraccarico giudiziario, problema congenito dell’ordinamento italiano, il legislatore ha cercato di uscire, senza compiutamente riuscirci, introducendo dei procedimenti speciali, all’interno dei quali si colloca il patteggiamento.
Se una “primitiva” forma di giustizia negoziata può rintracciarsi nell’art.77 della legge 689/81, l’istituto delineato negli artt.444ss c.p.p. si differenzia per la maggiore ampiezza di pena “patteggiabile”, soprattutto alla luce della riforma attuata con la legge 134 del 2003 che ha introdotto quello che viene oggi definito il patteggiamento “allargato”, ponendo, però, problemi in ordine alla natura della sentenza e all’accertamento della responsabilità dell’imputato.
Nel rito in questione, ruolo fondamentale è svolto dal giudice, a maggior ragione dopo l’intervento della Corte Costituzionale (sentenza 313 del 2 luglio 1990) che ha ridato vigore ad alcune sue prerogative dimenticate dalla prassi.
Tale arresto della Consulta, negando l’affidamento al giudice di un ruolo di mera omologazione (che lo avrebbe ridotto a svolgere funzioni para-notarili) e sottolineando l’importanza della verifica sulla congruità della pena, rappresenta fonte di ispirazione costante nell’analisi del patteggiamento, nonché dello stesso legislatore.
Dopo una prima analisi delle riforme che hanno interessato il patteggiamento, dei profili premiali a questo attinenti e delle questioni di costituzionalità a suo tempo sollevate, si tenterà una ricognizione sullo stato in cui versano oggi i controlli del giudice, domandandoci, tra i vari orientamenti esistenti, se non sia il caso di permettere, in determinate ipotesi, un maggiore potere di intervento e mediazione che vada oltre al semplice accoglimento o rigetto, così come ora configurato.
In ultimo verrà svolta una panoramica sui controlli che non interessano esclusivamente l’accordo, ma che si pongono “fuori” dalla giurisdizione propria del giudice, andando a collocarsi sul piano strettamente connesso all’applicazione della sospensione condizionale e delle sanzioni amministrative accessorie alla pena principale ove previste; giungendo a valutare i controlli di cui si è discusso in un’ottica più ampia che non sia
quella strettamente legata all’accordo delle parti.
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Informazioni tesi
Autore: | Gianmaria Macrì |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Roma Tor Vergata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Adolfo Scalfati |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 320 |
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