L'incidenza del sistema elettorale sul rapporto governo - parlamento
Il presente lavoro aveva come scopo quello di tentare una analisi dei diversi sistemi elettorali che si sono succeduti nel corso del periodo repubblicano, e verificare in che modo essi abbiano inciso sul particolare rapporto che lega l’organismo esecutivo e quello legislativo. Nella prima parte del lavoro si è tentato di fornire, una analisi delle diverse formule elettorali esistenti: sistemi proporzionali, sistemi maggioritari ed infine sistemi cosiddetti “misti”. Nel secondo capitolo, entrando nel cuore della trattazione, si è analizzato l’assetto dei rapporti tra Governo e Parlamento come previsto dalla Costituzione. In particolare si è concentrata l’attenzione sull’art. 94 Cost. come punto di snodo nei rapporti tra i due organismi. L’analisi relativa alla previsione costituzionale del rapporto tra Governo e Parlamento risultava indispensabile per analizzare in che modo le leggi elettorali, a cominciare da quella proporzionale approvata nel 1945, abbiano inciso sulla dinamica dei rapporti tra i due organi. La formula elettorale adottata nel 1945, fortemente proporzionale, ha in parte contribuito a determinare una notevole frammentazione del quadro politico contribuendo a determinare la formazione di governi di coalizione estremamente eterogenei, incapaci di imporre il proprio indirizzo al Parlamento e in balia dei mutevoli accordi tra i diversi partiti che lo componevano. Le Camere hanno dunque rappresentato il luogo privilegiato di incrocio di tutti i percorsi istituzionali, chiamate ad esprimere il vero elemento di cerniera tra comunità e apparato. Nel terzo capitolo si è affrontata la svolta maggioritaria del nostro sistema. Si è visto come un sistema imperniato su un netto sbilanciamento a favore del Parlamento non sia stato ad un certo punto più in grado di sostenere le nuove esigenze legate alla governabilità, alla stabilità degli esecutivi che a partire dagli inizi degli anni ottanta hanno iniziato ad occupare il dibattito politico e costituzionale. Tuttavia è solo con i referendum elettorali del 1993 che si è determina una svolta decisiva del sistema. Per entrambe le Camere si sono costruiti due sistemi tendenzialmente maggioritari, a turno unico, che mantenevano tuttavia una correzione proporzionale. La nostra forma di Governo ha così cominciato a virare in senso maggioritario con l’aspirazione di avvicinarsi ad un parlamentarismo maggioritario di stampo britannico. La tendenza ad assicurare una legittimazione diretta del Governo è stato uno degli elementi principali che ha contribuito a determinare un notevole depotenziamento delle Camere. Nel corso degli anni di vigenza del maggioritario si è assistito ad una costante cessione da parte del Parlamento di quote di potere normativo al Governo con una conseguente crisi del Parlamento come luogo dove si producono le leggi e dove si esercita il potere normativo. Si è in questo modo prodotto un ribaltamento, rispetto al passato, dei rapporti di forza tra il Governo e il Parlamento. Per comprendere il fenomeno si è concentrata l’attenzione in particolare su tre fattori: decreto legge, decreti legislativi e delegificazione. Infine nel quarto capitolo si è affrontata l’analisi dell’ultima riforma del sistema elettorale che, almeno in apparenza, sembra segnare un ritorno al proporzionale. In primo luogo si è descritto il nuovo meccanismo elettorale, evidenziando come si tratti, in realtà, di un meccanismo estremamente ibrido. In secondo luogo si è posta l’attenzione su alcuni dubbi di costituzionalità, avanzati da gran parte della dottrina, relativamente a diversi aspetti della legge. In ultimo va riferito che nel corso del lavoro si è tentato un parallelo rispetto a due importanti modelli elettorali stranieri: il modello tedesco e il modello inglese. Alcune valutazioni complessive. L’adozione di una formula elettorale è sempre il frutto delle diverse esigenze che il sistema politico tende di volta in volta a valorizzare. In generale, almeno ad opinione di chi scrive, non esiste un sistema che in astratto si faccia complessivamente preferire ad un altro, la scelta andrebbe compiuta avendo a riguardo le condizioni storiche e il contesto sociale e istituzionale su cui il meccanismo elettorale si innesta. In questo senso può risultare fuorviante rincorrere acriticamente modelli e suggestioni straniere, con il rischi di importare meccanismi che, sganciati dal sistema complessivo in cui operano, si mostrano poi incapaci di riprodurre i medesimi effetti.
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Informazioni tesi
Autore: | Patrizio Caligiuri |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Stefano Maria Prof. Cicconetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 186 |
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