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Il Contratto Telematico

Il continuo e rapido sviluppo delle tecnologie ha determinato un radicale cambiamento dei modelli sociali, economici, culturali, influenzando i comportamenti dell'uomo, i suoi gusti, le scelte, le relazioni, gli affari.
I contrapposti brocardi, con cui abbiamo familiarizzato fin dai nostri primi approcci col diritto, "ubi societas ibi ius", "ubi ius, ibi societas", convergono nel punto decisivo di incontro che se non c'è diritto non ci può essere società civile organizzata e, per converso, che la vita di una società civile non può fare a meno del diritto, pena l'imbarbarimento dei costumi ed il regresso a quella primitiva condizione naturale, teorizzata da Thomas Hobbes, di "homo homini lupus".

In una società post-moderna come la nostra, caratterizzata da una forte incidenza tecnologica anche nel campo dell'informatica e della comunicazione, la scienza giuridica, se vuole mantenere un contatto con la società in continua trasformazione, deve sapersi confrontare con la scienza informatica ed il diritto dovrebbe quindi essere in grado di recepire tempestivamente le istanze che provengono dalla vita reale per assicurare la tutela e la certezza nei rapporti che è lecito attendersi da una legislazione sempre al passo con i tempi, perché, come ci rammenta un altro brocardo latino, "ex facto oritur ius".

Ma proprio qui sta il problema, perché in uno scenario aperto e senza confini com'è quello di cui ci occupiamo, due degli elementi costitutivi dello stato, il territorio e la sovranità, che in passato garantivano l'esercizio effettivo della potestà normativa, non riescono più a incidere su situazioni che si collocano in un "non spazio", in una realtà virtuale che spesso sfugge ad ogni possibilità di intervento e di controllo. Si potrebbe anche aggiungere qualche breve considerazione sul terzo elemento costitutivo dello Stato, il Popolo: che è fatto di uomini; e l'uomo, come abbiamo già visto, non rimane mai del tutto estraneo ai mutamenti degli scenari in cui vive, subendoli e determinandoli, al tempo stesso. Mi addentrerei, però, in questioni antropologiche che, per quanto interessanti, esulano dall'obiettivo del presente lavoro anche se sarebbero utili a dare l'idea di quanto vasta e complessa sia la materia alla quale ci stiamo avvicinando.

Le tematiche delle tecnologie informatiche e telematiche coinvolgono, infatti, oltre le varie discipline giuridiche (diritto civile, amministrativo, internazionale, penale, processuale) e l'antropologia già ricordata, anche l'economia, la sociologia, e la filosofia che si pone come punto di equilibrio tra il rigore delle logica giuridica, col suo scrupoloso e ragionato ossequio della norma, e la (spesso eccessiva) concretezza e la rapida adattabilità di scienze a matrice più squisitamente tecnologica o maggiormente orientate al senso pratico degli economisti.

Non è questa la sede per indugiare oltre in considerazioni di tale vastità. Qui mi dovrò limitare ad esaminare gli aspetti giusprivatistici più rilevanti in tema di contratto telematico, senza peraltro la presunzione di poter essere del tutto esaustivo, a causa della già segnalata ampiezza della materia. Dopo un breve accenno ai rapporti tra diritto ed informatica, per individuare gli aspetti giuridici problematici della particolare realtà del ciberspazio, con riferimento alle tematiche dell'organizzazione, dell'autorità e della sovranità, e dopo un breve richiamo alla tipologia di base del documento informatico, cui è riferibile la più complessa fattispecie del contratto telematico, entrerò in medias res per definire la natura giuridica di quest'ultimo, il suo inquadramento sistematico, e per individuarne le principali fonti normative nazionali e comunitarie di riferimento. Seguendo lo schema tradizionale per lo studio dei contratti civilistici, esaminerò gli aspetti genetici, i requisiti formali, il processo formativo del contratto telematico, le modalità della manifestazione di volontà e la particolarità relativa alla firma, la imputabilità della dichiarazione negoziale e l'anomalia del contratto telematico concluso sotto nome altrui, il tempo ed il luogo in cui può ritenersi definito l'accordo, fino alla conclusione del suo iter con il pagamento. Nell'ultimo capitolo, dedicato alla tutela del consumatore on-line, mi occuperò degli aspetti relativi agli obblighi di correttezza pre e post contrattuale, del diritto ad una corretta informazione, del diritto di recesso, delle clausole vessatorie e della gestione giurisdizionale delle liti nell'e-commerce, prima di concludere con qualche riflessione finale.

Un'avvertenza è doverosa; un tema come quello che sto per trattare, in cui a tematiche già articolate e complesse si sovrappongono ed intrecciano aspetti normativi plurimi e mutevoli, difficilmente può essere ricondotto ad una auspicabile semplicità espositiva, essendo spesso costretti, dalle numerose connessioni esistenti tra i vari punti da sviluppare, ad anticipare (o a tornare su) questioni trattate il altre parti del lavoro. Tra il suggerimento della Novacula Occami "Pluralitas non est ponenda sine necessitate" ed il più antico adagio latino "repetita iuvant", mi sforzerò tuttavia di tenere quella giusta via di mezzo, con l'obiettivo di non appesantire più del necessario la trattazione, scusandomi, se non sempre ci riuscirò, con la Professoressa relatrice e con la Commissione alle cui benevoli valutazioni affido il risultato di questo mio lavoro.

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PREMESSA Il continuo e rapido sviluppo delle tecnologie ha determinato un radicale cambiamento dei modelli sociali, economici, culturali, influenzando i comportamenti dell'uomo, i suoi gusti, le scelte, le relazioni, gli affari. I contrapposti brocardi, con cui abbiamo familiarizzato fin dai nostri primi approcci col diritto, "ubi societas ibi ius", "ubi ius, ibi societas", convergono nel punto decisivo di incontro che se non c'è diritto non ci può essere società civile organizzata e, per converso, che la vita di una società civile non può fare a meno del diritto, pena l'imbarbarimento dei costumi ed il regresso a quella primitiva condizione naturale, teorizzata da Thomas Hobbes, di "homo homini lupus". In una società post-moderna come la nostra, caratterizzata da una forte incidenza tecnologica anche nel campo dell'informatica e della comunicazione, la scienza giuridica, se vuole mantenere un contatto con la società in continua trasformazione, deve sapersi confrontare con la scienza informatica ed il diritto dovrebbe quindi essere in grado di recepire tempestivamente le istanze che provengono dalla vita reale per assicurare la tutela e la certezza nei rapporti che è lecito attendersi da una legislazione sempre al passo con i tempi, perché, come ci rammenta un altro brocardo latino, "ex facto oritur ius". Ma proprio qui sta il problema, perché in uno scenario aperto e senza confini com'è quello di cui ci occupiamo, due degli elementi costitutivi dello stato, il territorio e la sovranità, che in passato garantivano l'esercizio effettivo della potestà normativa, non riescono più a incidere su situazioni che si collocano in un "non spazio", in una realtà virtuale che spesso sfugge ad ogni possibilità di intervento e di controllo. Si potrebbe anche aggiungere qualche breve considerazione sul terzo elemento costitutivo dello Stato, il Popolo: che è fatto di uomini; e l'uomo, come abbiamo già visto, non rimane mai del tutto estraneo ai mutamenti degli scenari in

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