Devolution e modelli attuativi in Inghilterra
Ronald Davies, attraverso il sintagma "Devolution is a process, not an event", ha colto un aspetto fondamentale del processo che ha interessato Scozia, Galles, l'Irlanda del Nord e "in qualche misura" la stessa Inghilterra a partire dalla fine degli anni novanta del ventesimo secolo.
La devolution of powers, intesa come la creazione di autorità subnazionali (in Scozia, Galles e Irlanda del Nord) in grado di esercitare poteri a loro trasferiti dal governo centrale, si dimostra allo stato attuale come un fenomeno dinamico e in continua evoluzione, capace di ridisegnare l’assetto istituzionale del Regno Unito; mi riferisco in particolare al referendum sull'indipendenza della Scozia, previsto per l’autunno 2014.
Ho voluto invece incentrare il mio lavoro di tesi sull'analisi della questione più controversa dell'intero processo, che inerisce tuttora all'individuazione di una valida formula per la governance dell'Inghilterra : la cosiddetta "English question". Al fine della risoluzione della stessa, furono individuati, oltre a dei modelli di risoluzione di natura "teorica" (vale a dire difficilmente praticabili, quali le proposte "English votes on English laws", "an English Parliament" o l’indipendenza della stessa Inghilterra), anche l'idea che un decentramento di alcune specifiche competenze (che si sostanziò nel progetto di regionalizzazione dell’Inghilterra, attuato a partire dalla fine degli anni novanta dagli esecutivi Blair - Brown), avrebbe rappresentato una valida soluzione della English question; ponendo rimedio all'evidente squilibrio tra i rilevanti poteri detenuti da alcune unità subnazionali (come la Scozia) e la pressoché totale assenza di governance nel territorio inglese.
A questo scopo il territorio dell’Inghilterra fu suddiviso in otto "regioni" e in ognuna di esse fu costituito un network di "quasi non-governmental organisations" costituito da un Gor (Government Office of the Region), una Rda (Regional Development agency) e una regional chamber. Tuttavia, questo progetto regionalista, nato con le caratteristiche tipiche del "regionalismo funzionale" (allo scopo cioè di favorire la economic regeneration delle regioni inglesi) e che successivamente avrebbe dovuto far evolvere le regioni inglesi in "normative regions" attraverso la costituzione di elected assemblies, è stato definitivamente bloccato dal Public Bodies Act 2011.
Il Public Bodies act (insieme al Localism act 2011) rappresenta, in un certo senso, il tentativo, da parte dell'attuale coaltion-government, di risolvere la English question facendo riassumere al livello del local government le funzioni e le competenze prima detenute da organismi quali i Gors o le Rdas; provando inoltre a rendere il livello di governo locale più uniforme attraverso l’adozione di un "modello organizzativo" precostituito, quale l’elezione diretta dei sindaci. Tuttavia, dal momento che il carattere fondamentale del local government inglese é innanzitutto l’essere un "self-government", caratterizzato cioè da una intrinseca multiformità interna, che sfugge a un modello precostituito, una risoluzione della English question appare ben lungi dall'essere trovata.
Nell'ultima parte dell’analisi mi sono chiesto se il progetto della regionalizzazione dell’Inghilterra possa considerarsi fallito o solo momentaneamente sospeso, arrivando alla conclusione che non é escluso che in futuro possano essere riproposte formule di risoluzione della English question che prevedano ancora il regionalismo come risposta.
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Informazioni tesi
Autore: | Luca Piccinini |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Damiano Florenzano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 99 |
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