I confidi quali nuovi intermediari finanziari: realtà e prospettive
Cosa sono i consorzi garanzia fidi? Le risposte che si possono dare, dal profilo della teoria economica, sono sostanzialmente due. Un confidi può essere visto, con un approccio che si può definire superato e, da un certo punto di vista, minimalista, come un gruppo d'acquisto; gruppo d'acquisto in cui un certo numero di soggetti, il più possibile, si riunisce per acquisire maggior forza contrattuale nei confronti di una controparte che fornisce un determinato servizio: il credito. Certo l'acquisizione del credito si contraddistingue per avere delle caratteristiche differenziate in funzione del tipo di cliente che si rivolge per l'acquisto del servizio; quindi concepire il confidi come gruppo d'acquisto avrebbe un senso logico solo se tutti i soggetti che si rivolgono a questo organismo presentassero delle qualità omogenee e quindi si potesse andare dalla controparte contrattuale presupponendo che essa, conoscendo queste caratteristiche omogenee, possa ragionare non tanto andando a discriminare i singoli clienti, quanto a valutare l'opportunità commerciale di avere di fronte una massa di soggetti anziché singoli individui.
L'approccio opposto, che si fonda sulla teoria dell'intermediazione finanziaria, ossia sulla logica che ci porta a dire perché esistono banche ed assicurazioni, vede nei confidi una funzione diversa e più delicata: i consorzi avrebbero uno spazio proprio, così come le banche hanno uno spazio solo per il fatto che nel mercato esistono situazioni particolari definite di asimmetria informativa, cioè di differenza nelle informazioni disponibili fra chi acquista e chi vende il servizio.
Quindi, in linea di principio, la presenza dell'asimmetria informativa giustifica l'esistenza degli intermediari finanziari e delle banche in particolare. Ma se ci si fermasse a tale tipo di analisi, la presenza delle banche parrebbe sufficiente dal punto di vista del processo di intermediazione, salvo che per situazioni molto particolari (emblematico il caso delle assicurazioni). Però, partendo da questa ipotesi, si tratta di andare a vedere se vi siano le condizioni economiche perché vi sia convenienza da parte di un intermediario finanziario generale, cioè non specializzato su particolari nicchie di clientela, a porsi nelle condizioni di andare a superare le condizioni di asimmetria informativa. Cioè bisogna chiedersi se una banca abbia interesse a fare un'assunzione di costi per generare dei ricavi, qualora i ricavi sperati possano presentarsi inferiori ai costi che comunque sarebbero sostenuti. In altri termini, nei casi in cui le operazioni riguardino imprese molto contenute, è possibile che le banche non abbiano convenienza a svolgere quella che è la loro tipica funzione di assunzione delle informazioni e valutazione del merito creditizio. In tal caso le banche possono ragionare sostanzialmente in tre modi:
1. non dare credito, perché non è economicamente conveniente fare la valutazione;
2. concedere credito senza effettuare la valutazione del merito creditizio, però ciò comporta problemi d'altro tipo;
3. concedere credito solo attraverso l'assunzione di entità sostitutive della valutazione del merito creditizio; cioè si richiedono garanzie: in pratica alle imprese di dimensioni contenute che sono capaci di fornire informazioni limitate non vengono più richieste tali informazioni, evitando in tal modo i costi inerenti la valutazione e la raccolta delle stesse, bensì si richiedono garanzie.
E' evidente che questo tipo di approccio è una soluzione di ripiego che ha lo scopo di permettere di effettuare delle operazioni che altrimenti non sarebbero attuabili.
Se si segue questa linea di ragionamento, allora all'interno del processo di intermediazione finanziaria si apre uno spazio aggredibile dai confidi: si tratta di verificare se ci sono le condizioni per coprire questa particolare nicchia di clientela, cioè di andare ad assumere informazioni, trattandole in un modo un po' diverso da come fa generalmente la banca e interfacciarsi poi all'ente creditizio trasferendogli queste informazioni.
La banca attraverso l'interfaccia confidi può dare una valutazione del merito creditizio senza necessariamente operare al buio, perchè può traslare la valutazione dal cliente al confidi stesso.
Questo ovviamente si può fare in due modi: o attraverso una limitata capacità di credito riservata al confidi (ipotesi difficile da pensare in teoria, ma forse più spesso effettivamente realizzata a livello operativo); oppure ciò può avvenire perché i confidi sono tecnicamente preparati, e quindi, a fronte di dotazioni patrimoniali limitate, hanno una capacità di interagire con i loro soci e di riuscire a fare una preselezione delle proposte di affidamento, portando alle banche solo soci che siano, dal punto di vista dell'accesso al credito, meritevoli.
La verifica suddetta deve essere ovviamente calata nel contesto giuridico in cui i confidi operano.
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Informazioni tesi
Autore: | Ennio Scridel |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1999-00 |
Università: | Università degli Studi di Udine |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Stefano Miani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 263 |
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