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Jules de Gaultier : la filosofia del bovarismo. Un philosophe nouveau nella cultura francese del primo Novecento

J. de Gaultier, autore di Le Bovarysme, Paris 1902, nonché di altre importanti opere come De Kant à Nietzsche, Paris 1900, Nietzsche et la réforme philosophique, Paris 1904, Le génie de Flaubert, Paris 1913 è un importante riferimento per una ricostruzione delle correnti filosofiche in Francia tra il XIX ed il XX sec. e della prima ricezione francese di F. Nietzsche. Il punto di partenza è stata l’analisi di Mensonge romantique et verité romanesque di R. Girard dalla quale è emerso non solo un autore interessante come de Gaultier, ma anche tutto un mondo di autori sommersi, un laboratorio in cui il dialogo è serrato e continuo, un laboratorio che è vivo nelle riviste, nelle opere pubblicate e non necessariamente istituzionale, accademico, universitario. Quel laboratorio in cui, per dirla con de Gaultier, non si fa “philosophie officielle” ma “philosophie”. De Gaultier non disprezza anch’egli l’analisi di opere letterarie e teatrali (Flaubert –anzi fonda su Madame Bovary la teoria del bovarismo – Tolstoj, Ibsen, Goncourt, Beaudelaire, ecc.) così come si serve dei lavori di Lévy-Bruhl, di A. Van Gennep, di Lamarck, di Quinton, di Meyerson, di Duhem e di Poincaré, andando quindi da interessi più specificatamente scientifici ad altri (e costituiscono la maggiornaza) di tipo religioso (le analisi sul Buddismo) ed etnoantropologico. In questo senso, l’attenzione si è posta anche su una importante figura presente in Francia nel dibattito di quegli anni ed esponente della cultura dell’esilio; si tratta di L. Shestov, ebreo-russo giunto nella capitale francese nel 1920).

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1 Introduzione Jules de Gaultier: un philosophe nouveau Jules de Gaultier non rientra, per sua stessa, quasi compiaciuta, ammissione, nella cultura, nel dogma universitario o, per riferirsi al titolo di una sua opera, nella philosophie officielle francese a cavallo tra il XIX ed il XX sec.; questo tipo di ufficialità, egli contrappone la propria peculiare philosophie, 1 ponendosi al di là di ogni speculazione di tipo consolidato, tradizionale, universitario; il suo è un “sogno speculativo”, 2 non una professione, piuttosto una vocazione, una sorta di missione per la vita. Questa missione non ha lo scopo di istituire una riforma, o di persuadere che le cose possano migliorare, qualora si apporti qualche cambiamento proposto dall’autore. 3 In realtà, scopo specifico di tutta l’opera di de Gaultier è quello di analizzare, attraverso un’ottica diversa da quella ufficiale, l’evoluzione nell’umanità, i modi del suo mutamento nello spettacolo fenomenico. Non si tratta, quindi, di una missione morale e moralizzante; piuttosto essa si risolve nel mettere a disposizione del lettore un dispositivo di ottica mentale, un binocolo da teatro 5 che permetta una visione estetica, altrettanto serena di quella dell’autore, del fenomeno umano. E, in effetti, è lo scopo della meditazione filosofica, il cuore profondo della teoria ad essere sopravvissuto al nome del proprio autore; per questa ragione, a più di mezzo secolo dalla morte (avvenuta nel 1942 a Boulogne-sur-mer), Jules de Gaultier è un filosofo nuovo. Egli nasce a Parigi il 2 giugno 1858. 6 Baruzi suggerisce una particolare lettura della sua vita: la carriera amministrativa al Ministero delle Finanze, prima, e alla direzione delle esazioni in piccole città di provincia, era destinata ad assicurare i mezzi necessari alla realizzazione di quel sogno speculativo cui accennato. L’unica, forzata, interruzione in questa duplice attività, la professione e la ricerca filosofica, coincide con gli anni della Grande Guerra; dal 1919, questa è la data del collocamento a riposo di de Gaultier, egli si è dedicato in modo assoluto alla cura del proprio interesse speculativo. La famiglia de Gaultier, parigina da quattro generazioni, appartiene da una parte al ceto borghese, dall’altra a quello aristocratico. L’infanzia dell’autore passa tra Parigi e la Normandia dalla quale subisce una profonda influenza “fisiologica”, 9 generata dalla particolare conformazione del terreno e dalla vicinanza del mare e di Mont S. Michel. In giovanissima età è costretto ad intraprendere la carriera al Ministero delle Finanze a causa della decadenza economica della famiglia. De Gaultier non parla della propria formazione culturale, dei suoi studi, probabilmente perché ritiene più importanti, per il proprio spirito, gli avvenimenti interni a questo. Verso i sedici anni, comunque, frequentava il collegio religioso di Stanislas; è in questo periodo che si verifica la sua personale rottura con ogni teismo, la scelta tra Dio e se stesso, che egli ricorda come l’evento più felice della sua vita intellettuale. 10 A trenta anni comincia a meditare sulle idee che lo hanno sempre accompagnato, dando loro la forma di note e saggi che deciderà di pubblicare verso i trentasei anni. Nel 1894 inizia, con una serie di articoli intitolata L’introduction à la vie intellectuelle, la collaborazione con la “Revue blanche” che termina nel 1898, a causa di disaccordi con i direttori ed i principali editori riguardanti l’affaire Dreyfus. Poiché, tra i collaboratori della rivista, tra i quali M. Proust, molti si schierarono apertamente a favore di Dreyfus, si può ipotizzare che, al contrario, de Gaultier abbia mantenuto una posizione anti-dreyfusarda. Un anno più tardi, pubblica sul “Mercure de France”, una serie di articoli che verranno inseriti nel suo primo libro De Kant à Nietzsche del 1900. In questo periodo esce La fiction universelle che raccoglie anche 1 J. DE GAULTIER, La philosophie officielle et la philosophie, Paris 1922. 2 J. BARUZI, Philosophes et savantes Françaises du XX siècle, I , Paris 1926, pp. 186-187. 3 J. DE GAULTIER, Le Bovarysme, Paris 1902 4 , p. 316 (trad. it. Milano, 1992 2 ). 5 Ivi, p. 14. 6 Philosophes et savantes, pp. 186-187. 9 W. E. ELLIS, Bovarysm: the art-philosophy of Jules de Gaultier, Seattle 1928 2 , p. 27. Nella seconda parte Ellis riproduce una sorta di autobiografia che l’autore francese aveva redatto su sua esplicita richiesta. 10 Ivi, pp. 36-37.

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Parole chiave

berkeley
bovarismo, flaubert
filosofia francese
girard
ibsen
nietzsche
schopenhauer
shestov
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