Il mondo senza qualità
Nelle primissime intenzioni, questo lavoro voleva presentare Il Mondo senza qualità come eredità della distinzione tra qualità primarie e secondarie. La demarcazione tra i due termini e la preminenza del primo sul secondo, non senza alcuni precedenti autorevoli nel pensiero greco, s’impone nel Seicento a partire dall’opera di Galileo Galilei in opposizione alla dominante filosofia aristotelica, ormai incapace di spiegare efficacemente alcuni fenomeni naturali. Le qualità secondarie (colori, suoni, odori, sapori e sensazioni tattili), retrocesse a mero effetto della materia sulle facoltà sensibili, sono considerate inadatte, se non d’ostacolo, alla
comprensione della realtà fisica; le qualità primarie (dimensioni, forma, movimento e posizione), invece, insieme con una capacità di calcolo sempre più evoluta, diventano il linguaggio con cui interrogare, comprendere e prevedere la natura. La storia della distinzione e della gerarchia fra qualità primarie e secondarie trova un ostacolo nello scetticismo di Hume che sostiene: tolte le qualità secondarie, anche le qualità primarie scompaiono necessariamente; fare affidamento sull’esistenza esterna al soggetto di forme, dimensioni e movimenti non è razionalmente più
sicuro di quanto lo fosse la credenza nell’esistenza reale di colori, suoni, gusti, odori e sensazioni tattili. Tuttavia, i modelli matematico-geometrici della nuova scienza, attraverso verifiche sperimentali, si dimostrano capaci di descrivere alcuni fenomeni fisici; ma lungi dal poter fare affermazioni sulla realtà naturale, i modelli della Scienza fondano la loro validità su pure quantità e sulla correttezza del calcolo: per dirla con le parole di Einstein nelle Idee e opinioni, «nella misura in cui le proposizioni matematiche si riferiscono alla realtà, esse non sono certe;
e nella misura in cui esse sono certe, non si riferiscono alla realtà.» Le certezze dell’esistenza e della possibilità di conoscere un mondo senza qualità dietro il mondo fenomenico, certezze che avevano caratterizzato la prima parte della filosofia moderna, a meno di accordare valore retroattivo alle obiezioni di Hume, vacillano, eppure un mondo resta dispiegato di fronte ai sensi. Se Il mondo senza qualità si è trasformato da riferimento certo in, seppur efficace, termine di confronto, l’immediata evidenza del mondo dei sensi, al contrario, è quotidianamente ribadita. A conferma di certe intuizioni filosofiche, le caratteristiche, le modalità e i contenuti del senso, a partire dalla ricerca scientifica ottocentesca, sono largamente attribuite alla fisiologia del soggetto senziente; oggi, le più recenti e le più autorevoli opinioni in merito concordano
nel conferire al senso un ruolo marcatamente attivo nella costruzione delle sensazioni. Ciò pare fornire una qualche legittimità alle conclusioni, nelle quali ci si espone in favore di un Mondo come prodotto del Senso inteso in tutte le sue accezioni correnti.
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Informazioni tesi
Autore: | Marco Di Gregorio |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Filosofia |
Corso: | Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica |
Relatore: | Giorgio Stabile |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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