Estrazione del licopene da fonti naturali per l'impiego nei prodotti alimentari
In questo lavoro vengono prese in esame le tecniche estrattive comunemente usate per l’estrazione del licopene da matrici vegetali ed inoltre viene proposta una nuova tecnologia di estrazione solido-liquido per l’estrazione del Licopene ad elevato grado di purezza dagli scarti della lavorazione del pomodoro ed anguria. L’obiettivo è quello di impiegare l’acqua come liquido estraente in modo da abbassare il costo totale dell’intero processo di recupero del Licopene; in questo modo, i cascami di pomodoro, venuti a contatto solamente con acqua non sono classificati come scarto tossico e di conseguenza possono essere essiccati a temperatura ambiente fino alla perdita totale dell’acqua. La parte secca residua può essere impiegata in agricoltura come concime, oppure come mangime per animali. Il Licopene ottenuto nel processo messo a punto è ad un alto grado di purezza (≥98%) ad un costo molto più basso. Per l’analisi quali-quantitativa sono state impiegate la tecnica spettrofotometrica e la cromatografia liquida ad alta prestazione (HPLC) con rivelatore diode-array (DAD). Il Licopene è stato separato su colonna con fase stazionaria fenil esilsilicone sfruttando un gradiente di acqua e acetonitrile.
Un’altra fonte di licopene che è stata presa in considerazione è l’anguria. La parte edibile di questo frutto è stata sottoposta ad estrazione ed è stato ottenuto il licopene con lo stesso grado di purezza di quello ricavato dagli scarti della lavorazione del pomodoro.
Per le sue proprietà farmacologiche, il licopene è diventato una sostanza sempre più richiesta dal mercato e, non essendovi tutt’oggi un processo di sintesi chimica vantaggioso, per la sua produzione si deve ricorrere all’estrazione dalle matrici vegetali naturali che ne contengono quantità interessanti. Ecco perché i metodi semplici, rapidi ed allo stesso tempo economici sono da preferire in quanto abbassano il prezzo al consumatore rendendolo disponibile ad una più ampia platea. Tuttavia, attualmente, i metodi riportati in letteratura e le procedure brevettate per l’estrazione del licopene dal pomodoro e/o dai residui di lavorazione del pomodoro prevedono come fase iniziale l’estrazione del materiale di partenza con solventi più o meno tossici. La prima conseguenza negativa dell’impiego di solventi è che il materiale vegetale diventa in tal caso un rifiuto speciale con aggravi di costi al processo complessivo di produzione del licopene. La seconda conseguenza negativa è che i solventi devono essere allontanati e non sempre possono essere recuperati del tutto. In ogni caso, i processi estrattivi attuali non possono essere impiegati su grande scala proprio per il necessario impiego di solventi nella fase estrattiva.
L’impiego del solvente organico nella fase estrattiva ha due controindicazioni: la prima è che esso non è specifico per il licopene, ma estrae molti altri pigmenti (caroteni, xantofille); la conseguenza è che il processo di purificazione del licopene sarà lungo e costoso ed in generale non porterà a licopene di elevato grado di purezza; la seconda controindicazione è che la materia prima impiegata, che ha già un suo costo iniziale, diventerà un rifiuto speciale che dovrà essere solamente incenerito con notevole aggravio dei costi e non potrà essere in alcun modo recuperato.
Anche per gli scarti di lavorazione del pomodoro sono riportati in letteratura estrazioni con solventi organici, che rendono così il processo totale costoso e non remunerativo per le aziende. Per contenere i costi del processo si sta valutando anche l’impiego dell’anidride carbonica in fase supercritica.
Lo scopo del presente lavoro è quello di impiegare un nuovo sistema estrattivo come tecnica di estrazione solido-liquido alternativa e di utilizzare addirittura l’acqua come liquido estraente per il recupero del licopene. Poiché il licopene non si scioglie nell’acqua, esso sarà recuperato in quanto si trova in una forma para-cristallina e perciò sarà rimosso meccanicamente dall’azione della pressione e della depressione generata all’interno dell’Estrattore Naviglio. Una volta recuperato in fase eterogenea, esso sarà purificato su una colonna SPE (Solid Phase Extraction) impiegando quantità minime di solventi organici (15).
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Informazioni tesi
Autore: | Marcello Cepollaro |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2006-07 |
Università: | Università degli Studi di Napoli - Federico II |
Corso: | Scienze e tecnologie agroalimentari |
Relatore: | Daniele Naviglio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 64 |
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