Il ruolo dell'infermiere nella gestione delle infezioni da germi multiresistenti
La presenza degli antibiotici in natura riveste da milioni di anni un'importanza fondamentale per il delicato equilibrio tra i microrganismi terrestri.
La batteriologia moderna a carattere scientifico è nata alla fine del secolo scorso e la scoperta della penicillina da parte di Alexander Fleming nel 1928 viene solitamente considerata l'inizio dell'era degli antibiotici moderni. Per avere un'idea dello stupefacente impatto dell'introduzione dei trattamenti antibiotici sulla salute umana basti pensare che negli anni '30 i reparti ospedalieri brulicavano di degenti affetti da patologie quali polmonite, meningite, batteriemia, febbre tifoidea, febbre reumatica, sifilide, tubercolosi e da malati che presentavano ferite infette: per tali tipi di pazienti pochi erano i metodi di trattamento efficaci per queste affezioni. L'introduzione degli antibatterici, che ha avuto un impatto enorme sulla morbilità e sulla mortalità da malattie infettive, rappresenta senza dubbio uno dei principali successi della medicina nel ventesimo secolo. Già nel 1944, pochi anni dopo la scoperta della penicillina, Fleming notò che alcuni ceppi di Staphylococcus aureus erano capaci di distruggerla e avvertì che l'abuso di penicillina avrebbe potuto portare alla selezione di batteri geneticamente mutanti e quindi resistenti a questo farmaco.
Oggi, dopo mezzo secolo di uso degli antibiotici, i geni di resistenza a tali sostanze sono più o meno diffusi tra quasi tutti i principali batteri patogeni e il fenomeno sta rapidamente diventando una grave minaccia per la salute pubblica su scala mondiale. I batteri responsabili della tubercolosi multiresistenti agli antibiotici, per esempio, stanno tornando a essere la prima causa di morte nel mondo.
Attualmente alcuni degenti in ospedale contraggono infezioni da enterococchi resistenti alla maggior parte degli antibiotici, con un conseguente forte tasso di mortalità. In alcune parti del mondo, compresa l'Europa, accade che a bambini affetti da una comune otite media debbano essere somministrati potenti antibiotici a causa della propagazione di ceppi di pneumococchi resistenti importati di recente. Nei paesi in via di sviluppo ceppi di batteri multiresistenti che causano dissenteria sono all'origine di un'elevata mortalità a causa della mancanza dei fondi necessari per acquistare i pochi (e costosi) antibiotici moderni ancora in grado di curare tali infezioni.
In tutto il mondo, oggi, le autorità sanitarie, i medici, i veterinari e i ricercatori operanti nel settore delle malattie infettive sono seriamente preoccupati dal rischio che la rapida espansione della resistenza agli antibiotici limiti sensibilmente le possibilità di curare le comuni malattie infettive. Malgrado gli sforzi in atto per ridurne la diffusione, il problema si fa sempre più grave.
I batteri e i geni batterici si possono trasferire liberamente fra i vari ecosistemi (da una persona all'altra all'interno e all'esterno degli ospedali, dagli animali agli alimenti o dagli alimenti alle persone) e ciò significa che la propagazione di batteri può comportare la propagazione della resistenza. Tuttavia dati recenti riguardanti paesi diversi indicano che, se si intraprendono azioni adeguate, può non essere troppo tardi per frenare l'ulteriore insorgenza e la propagazione dei batteri resistenti.
Per tutti i motivi sopra elencati, al fine di ridurre il rischio di trasmissione di microrganismi multiresistenti, la Direzione Generale dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico “Paolo Giaccone” di Palermo delibera, in data 14/10/2014, un apposito protocollo per quella che è la gestione del paziente colonizzato/infetto da microrganismi multifarmaco-resistenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Salvia |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2014-15 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Medicina e Chirurgia |
Corso: | Infermieristica |
Relatore: | Maria Valeria Torregrossa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 35 |
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