Una nuova fonte di energia: il biodiesel
L’approvvigionamento energetico mondiale è stato dominato, per oltre un secolo, dai combustibili fossili, in particolare il petrolio, fonti energetiche non rinnovabili destinate all’esaurimento.
La loro combustione origina l’emissione di gas (in particolare anidride carbonica) deleteri per l’ambiente e per gli esseri viventi, incluso l’uomo. Inoltre, sono notevolmente nocive, fonte d’inquinamento e causa dell’effetto serra (e quindi del riscaldamento globale). L’aumento continuo del prezzo del petrolio greggio, conseguenza diretta del suo inesorabile esaurimento, e il crescente interesse verso i problemi ambientali, legati direttamente alla sopravvivenza degli esseri viventi, hanno dato un impulso ragguardevole e necessario all’utilizzo e alla ricerca di fonti energetiche ecologiche.
Tra le fonti energetiche che rispettano l’ambiente stanno emergendo, in questi ultimi anni, i biocarburanti: insieme dei prodotti derivanti dalle biomasse, che presentano caratteristiche fisico-chimiche tali da poter essere utilizzati come carburanti. Con il termine “biomassa” s’intende ogni sostanza organica prodotta dalla fotosintesi. Essa è disponibile in varie forme: foreste, colture, residui dell’industria agroalimentare e agroindustriale, componente organica proveniente dalla raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani.
La valorizzazione dell’energia prodotta con l’utilizzo delle biomasse fa parte di una strategia nazionale, condivisa anche a livello mondiale, per ridurre le emissioni che contribuiscono alla formazione dei gas responsabili del noto effetto serra. Ciò concorda pienamente con gli impegni internazionali assunti dall’Italia nell’ambito del Protocollo di Kyoto.
L’utilizzo dei biocarburanti risulta importante anche per diversificare le fonti di energia rinnovabile e per ridurre la dipendenza dai Paesi produttori di energia.
Infine, creano buone opportunità di sviluppo rurale sostenibile e di valorizzazione del territorio, con la conversione delle coltivazioni meno redditizie e lo sfruttamento di aree marginali.
Tra i biocarburanti, un ruolo di prim’ordine è assunto, specie in Italia, dal biodiesel: prodotto simile al gasolio, in termini di utilizzi e prestazioni, ma derivato dalle piante (oleaginose), e quindi dalla biomassa.
Il primo a suscitare interesse verso l’impiego di sostanze di origine naturale come possibili fonti di energia fu l’ingegnere Rudolf Diesel, che, agli inizi del secolo scorso, utilizzò una miscela di oli vegetali per alimentare il motore a iniezione diretta da lui ideato.
Nei primi decenni del ‘900, tuttavia, i produttori di motori diesel apportarono delle modifiche basilari all’originario progetto, al fine di sfruttare la minore viscosità del carburante fossile a discapito del biodiesel, arrestandone in tal modo lo sviluppo.
Le industrie petrolifere furono in grado di far breccia nel mercato dei carburanti perché il loro prodotto era più economico da produrre rispetto alle alternative ricavate dalla biomassa. Il risultato fu, per molti anni, la quasi completa eliminazione dell'infrastruttura di produzione del biodiesel, rivalutato solo recentemente.
Infatti, le preoccupazioni derivanti dall’ormai imminente esaurimento del petrolio, la maturata coscienza verso i problemi ambientali e una differenza di costo in diminuzione, hanno reso i carburanti da biomassa, come il biodiesel, un’alternativa sempre più valida.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Paino |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Palermo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | attilio milazzo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 123 |
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