Trappola del sottosviluppo e ruolo delle organizzazioni internazionali
I limiti dell’attuale ordine politico ed economico mondiale cominciano a essere evidenziati da più parti. La società civile afferma la necessità di istituzioni internazionali più democratiche, di rapporti economici più giusti, di azioni efficaci per alleviare la povertà e l’esclusione sociale. In altre parole sogna e reclama un modello di sviluppo più umano.
La globalizzazione, oggi, non funziona per molti poveri del mondo. Non funziona per gran parte dell'ambiente. Non funziona per la stabilità dell'economia globale. La transizione dal comunismo all'economia di mercato è stata gestita talmente male che, fatta eccezione per la Cina, il Vietnam e qualche paese dell'Europa Orientale, la povertà è aumentata a dismisura e i redditi sono crollati. Molti hanno visto peggiorare le loro condizioni di vita, hanno perso il lavoro e, con esso, ogni sicurezza. Si sono sentiti sempre più impotenti di fronte a forze totalmente al di fuori del loro controllo. Hanno visto mettere in pericolo le loro democrazie ed erodere le loro culture. Per alcuni la risposta è semplice: abbandonare la globalizzazione. Questo però non è fattibile. Come si è già osservato, ci sono anche stati dei successi a questo processo di integrazione: l’Est Asiatico, la Cina e il Vietnam sono degli esempi. La globalizzazione può essere una forza positiva: quella delle idee sulla democrazia e quella della società civile hanno cambiato il modo di pensare della gente, mentre i movimenti politici globali hanno portato alla cancellazione del debito e al trattato sulle mine antiuomo. La globalizzazione ha aiutato centinaia di milioni di persone a migliorare il loro tenore di vita, arrivando a un livello che né essi né la maggior parte degli economisti avrebbero ritenuto immaginabile fino a pochissimo tempo fa. La globalizzazione dell'economia ha avvantaggiato i paesi che hanno potuto trovare nuovi sbocchi per le esportazioni e attirare gli investimenti stranieri. I paesi che hanno tratto i vantaggi più significativi sono comunque quelli che si sono resi artefici del loro destino, riconoscendo il ruolo che il governo può svolgere nello sviluppo, anziché affidarsi al concetto fallace di un mercato che, autoregolandosi, riuscirebbe a risolvere da solo tutti i suoi problemi.
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Informazioni tesi
Autore: | Fanny Ngo Ngan mintamack |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2003-04 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Carluccio Bianchi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 236 |
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