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Teoria delle Aree Valutarie Ottimali: analisi e criticità dell'Eurozona

L'elaborato, suddiviso in tre capitoli, analizza la teoria della aree valutarie ottimali, la quale indica le condizioni affinché diverse aree geografiche trovino conveniente adottare una valuta comune o un regime di cambio fisso. Nel primo capitolo verrà introdotta la teoria, partendo dai primi contributi e arrivando agli studi in materia: l'obiettivo è quello di unificare una teoria che in realtà è molto frammentata sia per la quantità di elaborati sia per l'arco temporale in cui si è definita. Il secondo capitolo invece si concentrerà su uno dei capisaldi della teoria AVO, la mobilità delle persone e in particolare la mobilità del fattore lavoro. L'analisi verrà fatta sull'Unione Europea e sull'Eurozona in particolare, in modo da definire se sotto questo punto di vista l'intera area abbia convenienza a restare con la moneta unica o no. Infine, il terzo capitolo riprende la struttura del secondo ma analizza l'integrazione fiscale, un altro criterio molto importante nella teoria AVO.

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1 CAPITOLO 1 TEORIA DELLE AREE VALUTARIE OTTIMALI 1.1 Introduzione La teoria delle Aree Valutarie Ottimali si presenta come un insieme eterogeneo di contributi provenienti da diversi economisti che nel tempo è stata più volte ripresa e abbandonata. Un tema molto importante spesso accompagnato allo sviluppo di questa teoria riguarda l’Eurozona: ci si chiede infatti se l’Unione Monetaria Europea nel suo complesso sia più efficiente di tutti gli Stati sovrani che la compongono. In questo primo capitolo dunque verrà discussa la teoria AVO, dalla sua nascita ai suoi sviluppi più recenti. Nel paragrafo 1.2 affronteremo i temi introdotti da Milton Friedman e Robert Mundell: mentre il primo verrà trattato sommariamente in quanto non ha un forte peso nella formulazione della teoria AVO, il secondo è considerato il vero padre della teoria, in quanto solo dopo la sua pubblicazione nascerà l’interesse per questo dibattito. Nel paragrafo 1.3 verranno riportati i lavori di Ronald McKinnon e Peter Kenen, che vanno a completare la cosiddetta teoria “tradizionale”. I due introducono elementi molto importanti per identificare un’area valutaria ottimale, come il grado di apertura dell’economia, la diversificazione e l’integrazione finanziaria. Segue, nel paragrafo 1.4, il nuovo approccio della teoria AVO basata sui costi e benefici derivanti dalla formazione di un’area valutaria: la teoria tradizionale viene infatti criticata in quanto non riesce ad evidenziare i vantaggi, ma solo le condizioni in cui gli effetti correttivi del cambio flessibile si annullano. Inoltre, con la Nuova Teoria AVO introdotta da George Tavlas nel 1993, si dà sempre più importanza al fattore

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Parole chiave

economia internazionale
macroeconomia
aree valutarie ottimali
mundell
mobilità del lavoro
eurozona
integrazione fiscale

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