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Sistemi previdenziali: Svezia e Italia a confronto in una prospettiva di equità, trasparenza e sostenibilità

Obiettivo primario di questo lavoro di tesi è quello di mettere in luce le strade percorse dai vari Paesi, focalizzando l’attenzione su due sistemi pensionistici, quello svedese e quello italiano, i cui provvedimenti di fine secolo hanno rappresentato due importanti risposte alla problematiche economiche e finanziarie.
L’elaborato si articola in tre capitoli. Nel corso del primo vengono richiamati alcuni concetti basilari dell’economia della previdenza sociale, tra cui le differenza tra i vari sistemi e regimi pensionistici, i rischi connessi nonché l’impatto sulle decisioni di risparmio. Inoltre in questa prima parte verranno anche evidenziati gli effetti dell’invecchiamento della popolazione sulla sostenibilità finanziaria degli schemi pensionistici, con uno sguardo inizialmente sull’Unione Europea nel suo complesso e successivamente limitato all’ Italia. La breve trattazione sulle pensioni e sui modelli di welfare si conclude poi con un richiamo alla pianificazione previdenziale e ai fondi del c.d. secondo pilastro, evidenziandone l’importanza che andranno a rivestire in futuro in virtù della ridotta copertura obbligatoria assicurata dai sistemi di calcolo contributivo.
Nel secondo capitolo, vengono analizzate più nel dettaglio le caratteristiche del sistema previdenziale svedese, ricostruendone dapprima la storia e l’evoluzione nel tempo, per poi focalizzare l’attenzione sulla riforma radicale del 1998. Con essa la Svezia è riuscita a debellare, in maniera più incisiva rispetto ad altri paesi, quelle criticità avvertite a fronte del mutato contesto economico e demografico, con la messa a punto di comparti molteplici e personalizzati i quali hanno favorito il mantenimento di un tenore di vita standardizzato anche a seguito della riduzione delle prestazioni pensionistiche di base.
L’analisi della riforma del ’98, viene poi integrata da una trattazione delle singoli componenti sistemiche; sulla base del documento OCSE “Pensions at glance” si ricostruiscono le variabili dell’architettura previdenziale, come la pensione di base, il sistema di contribuzione nozionale, l’innovativo comparto a capitalizzazione nonché il sistema di indicizzazione e di stabilizzazione delle prestazioni.
Il terzo capitolo è invece incentrato sul sistema pensionistico italiano. La ratio strutturale della trattazione è analoga a quella del secondo capitolo: evoluzione, riforma degli anni ’90, analisi delle singole componenti della previdenza italiana.
L’intero elaborato si conclude poi con un raffronto tra i due Paesi europei; a più di 10 anni dalle riforme che hanno investito i sistemi pensionistici, vengono analizzati gli effetti delle decisioni dei governi di allora e di oggi, in merito ad alcuni fattori come l’età pensionabile, i coefficienti di trasformazione, il meccanismo di indicizzazione e la trasparenza ed informazione relativa ai “conti previdenziali”.

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3 INTRODUZIONE “Avendo commesso l’errore di dare inizio al pagamento delle pensioni in età troppo bassa, si presenterà presto il problema destinato a giganteggiare: gli uomini e le donne in età lavorativa tra i 21 ed i 65 anni vorranno ancora durare la fatica di lavorare, oltre che per produrre beni destinati al proprio consumo, anche quelli consumati dai giovani ed anziani? Non chiederanno che costoro provvedano anch’essi in parte , nei limiti della loro capacità di lavoro, non del tutto venuta meno, al proprio sostentamento?”. Le parole pronunciate da Luigi Einaudi nel lontano 1961 sono state profetiche, anticipando lo scenario in cui i sistemi pensionistici europei,e non solo, si sarebbero trovati agli inizi degli anni ’90. L’aumento della spesa previdenziale, conseguenza del crescente invecchiamento della popolazione e delle difficoltà di accesso al mercato del lavoro, ha inevitabilmente spinto i vari Paesi verso una radicale trasformazione dell’architettura pensionistica, volta a ridurre la copertura del sistema obbligatorio e ad affermare il nuovo pilastro della previdenza complementare, integrativa della pensione di base. L’adeguatezza delle pensioni, la trasparenza dei meccanismi e la completezza delle informazioni nel medio-lungo periodo sono i target sanciti in sede europea per garantire che la terza età possa ancora godere di un livello di vita dignitoso e partecipare attivamente alla vita pubblica, economica e politica. Obiettivo primario di questo lavoro di tesi è quello di mettere in luce le strade percorse dai vari Paesi, focalizzando l’attenzione su due sistemi pensionistici, quello svedese e quello italiano, i cui provvedimenti di fine secolo hanno rappresentato due importanti risposte alla problematiche economiche e finanziarie. L’elaborato si articola in tre capitoli. Nel corso del primo vengono richiamati alcuni concetti basilari dell’economia della previdenza sociale, tra cui le differenza tra i vari sistemi e regimi pensionistici, i rischi connessi nonché l’impatto sulle decisioni di risparmio. Inoltre in questa prima parte verranno anche evidenziati gli effetti dell’invecchiamento della popolazione sulla sostenibilità finanziaria degli schemi pensionistici, con uno sguardo inizialmente sull’Unione Europea nel suo complesso e successivamente limitato all’ Italia. La breve trattazione sulle pensioni e sui modelli di welfare si conclude poi con un richiamo alla pianificazione previdenziale e ai fondi del

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Informazioni tesi

  Autore: Pierpaolo Di Dato
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia aziendale
  Relatore: Tullio Jappelli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 72

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