Rischio sistemico e crisi finanziarie: il ruolo della liquidità e del sistema interbancario
Una nuova, possibile tipologia di analisi delle crisi finanziarie si è sviluppata negli ultimi anni: caratterizzata da un peculiare approccio microeconomico essa è apparsa in grado di enfatizzare il funzionamento del sistema finanziario e di spiegare perché le crisi sono uno degli aspetti (e dei possibili equilibri) di un modello generale dell’attività finanziaria.
Il dibattito sulla strutturazione ottimale del sistema finanziario e sulle tipologie ottimali di interventi di politica economica è così naturalmente calato in un framework di relazioni microeconomiche tra istituzioni finanziarie, depurando l’analisi dall’influenza di variabili macroeconomiche come la valuta, i flussi commerciali o l’andamento del ciclo economico.
La letteratura che ha adottato questo tipo di approccio ha focalizzato la propria attenzione sul sistema bancario, utilizzando modelli basati su economie prettamente bancarie (banking economies) in cui le crisi finanziarie sono crisi essenzialmente bancarie o, meglio ancora, bank-centered financial crises.
In un contesto come quello appena delineato ha assunto sempre maggiore importanza, lo studio delle forme di interrelazione di breve periodo esistenti tra le singole banche per la fornitura reciproca di risorse finanziarie liquide.
Questo mercato interbancario per la liquidità è apparso, grazie ad una serie di contributi teorici molto recenti, particolarmente adatto anche a spiegare i meccanismi di propagazione delle crisi (fenomeno cui ci si riferisce, appunto, con il termine di “contagio finanziario” o, alternativamente, di “rischio sistemico”) da una a più banche o da una a più aree geografiche.
Le fondamenta teoriche di questa innovativa lettura delle crisi finanziarie risalgono ad un paio di decenni addietro, quando i lavori di Bryant [1980] e Diamond e Dybvig [1983] diedero per la prima volta una rappresentazione analitica ai fenomeni di bank runs, o corsa agli sportelli, che talvolta interessano le singole istituzioni finanziarie. Il modello di Diamond e Dybvig ha in particolare goduto di notevole fortuna, finendo per diventare un modello standard su cui è stata costruita gran parte della letteratura successiva.
Come è già stato detto le economie che prendiamo in considerazione sono banking economies ed è perciò evidente che nel nostro caso i termini “financial contagion” e “banking contagion” sono tra loro sinonimi ed indicano la possibilità che le difficoltà finanziarie di una singola banca si propaghino ad altre banche ed al limite all’intero sistema bancario. A questa possibilità ci si riferisce alternativamente come “rischio sistemico” (systemic risk).
Il salto qualitativo e quantitativo che è necessario compiere per analizzare fenomeni di questo tipo è quello di passare dal concetto di bank run, fenomeno che colpisce la singola istituzione finanziaria, a quello di crisi finanziaria come evento sistemico, in cui l’evidenza che più banche sperimentino contemporaneamente situazioni di difficoltà finanziaria non è mai casuale, ma piuttosto giustificato dalle interconnessioni esistenti tra gli intermediari stessi.
In questo modo è possibile tentare di espandere ad un sistema integrato di istituzioni finanziarie (anche qui definite semplicemente banche) quei fenomeni di crisi che Diamond e Dybvig ricostruiscono a livello del singolo intermediario. Il mercato interbancario per lo scambio di liquidità è il canale maggiormente utilizzato dalla teoria economica per giustificare la diffusione a livello sistemico di crisi che colpiscano inizialmente una singola banca.
Questo tipologia di modelli può sostanzialmente essere suddivisa in due sottogruppi: da una parte i modelli che descrivono situazioni di cosiddetto pure contagion, ossia quel contagio finanziario che si manifesta in economie sostanzialmente prive di asimmetrie informative ed il cui possibile sviluppo è legato solo ed esclusivamente alla gestione delle attività di intermediazione tra mercato della liquidità e investimenti di lungo periodo. Dall’altra parte modelli in cui l’esistenza di asimmetrie informative, con tipologie e gradazioni variabili, tra gli operatori di un sistema interbancario gioca un ruolo importante nel concretarsi del rischio sistemico e del contagio delle crisi attraverso il canale interbancario.
Del primo gruppo fanno senz’altro parte modelli come quelli di Freixas, Parigi e Rochet [2000] ed Allen e Gale [2000]. Nel secondo è possibile annoverare lavori come quelli di Rochet e Tirole [1996], Flannery[1996], Huang e Xu [2000], Freixas e Holthausen [2001].
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Informazioni tesi
Autore: | Enrico Venturi |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia Politica |
Relatore: | Gabriella Chiesa |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 112 |
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