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Riciclaggio finanziario e antiriciclaggio: Italia e Spagna

11 Settembre 2000: il terrorismo internazionale sfida gli Stati Uniti d’America ed il resto del Mondo. I governi cercano soluzioni. L’esigenza di contrastare il fenomeno diventa imminente, improrogabile. Si mettono in piedi tutte le strategie più disparate e ci si rende conto che, probabilmente, la più efficace è quella di una lotta diretta al cuore economico di tali gruppi, alle loro risorse finanziarie.
Pertanto, tutti i paesi iniziano ad adattare i propri ordinamenti alle direttive che gli organismi sovranazionali emanano, con la comune finalità di prevenire una strumentalizzazione dei circuiti finanziari e bancari da parte dei terroristi, ovvero di contrastare il riciclaggio finanziario.
Ma questo fenomeno non ha soltanto un carattere internazionale; anche le organizzazioni criminali locali, non a stampo terroristico, per crescere, svilupparsi o anche solo per sopravvivere hanno bisogno di occultare i propri reati, e pertanto anche l’origine illecita dei loro proventi.
L’industria dell’illecito presenta un potenziale economico più vasto di quello che si possa immaginare; si è ramificata nei diversi settori dell’economia, riuscendo a contrastare le barriere apportate dalle novità legislative, di indirizzo comunitario, ed approfittando della nuova idea europeistica di un abbattimento delle frontiere e della conseguente globalizzazione.
L’economia legale viene intaccata sempre in modo più invasivo dalle “intromissioni” del mondo criminale e a tutto ciò si affianca una crescente difficoltà nell’identificare le operazioni che esteriormente sono del tutto legali, ma che si differenziano dalle altre per l’illiceità dell’origine dei fondi.
Allo stesso tempo, però, la fase del riciclaggio rappresenta il momento cruciale in cui le attività economiche legali e illegali entrano a contatto tra loro; ricordiamo, a tal proposito, che le organizzazioni criminali non potrebbero né utilizzare, né reinvestire i propri proventi senza prima averli ripuliti. Pertanto il momento in cui un soggetto decide di riciclare diventa, anche, l’istante migliore per combattere ed evitare il fenomeno.
Da qui l’intento della normativa dei vari paesi di instaurare una collaborazione attiva con gli intermediari bancari e finanziari, che rappresentano i canali maggiormente utilizzati dalle organizzazioni criminali per occultare i propri fondi.
Le conseguenze più disastrose del riciclaggio sono da considerarsi con riferimento all’intero sistema economico – finanziario, ovvero alla sua corretta concorrenzialità, che, sicuramente, viene meno, e alla struttura dei tassi.
Nel presente lavoro, si specificheranno le analisi economiche effettuate sul fenomeno del riciclaggio, che:
- a livello microeconomico, riguarderanno sia le organizzazioni criminali che hanno la necessità di riciclare, evitando il rischio di scoperta del reato, sia gli intermediari che, oltre ad essere vittime del sistema, potrebbero agire da operatori collusi, e decidere di prendere parte al reato confrontando i benefici ed i costi (in termini di sanzioni) che ne possono derivare;
- a livello macroeconomico, inquadreranno gli effetti del riciclaggio sull’intera economia legale e le scelte ottime del legislatore nel contrastare il fenomeno.
Negli ultimi due paragrafi si analizzeranno le scelte normative di politica antiriciclaggio prese in due differenti paesi della Comunità Europea: Italia e Spagna. Paesi, questi, che oltre alla necessità di fronteggiare le organizzazioni criminali a livello interno, hanno anche l’urgenza di smantellare le reti del riciclaggio che possono agevolare eventuali atti terroristici. La Spagna, dopo tutto, ne ha già subito gli effetti l’11 Marzo 2004 con la serie di attentati che ha colpito Madrid. E l’Italia, a sua volta, è consapevole di essere, in questo momento, una delle maggiori nazioni esposte al rischio.
Pertanto, prima di addentrarci nello studio più specifico, bisogna tener presente che il riciclaggio di capitali, in definitiva, è uno di quei fenomeni che operano dietro le quinte del palcoscenico dell’economia, ma che ha, allo stesso tempo, la capacità di condizionare i settori finanziari, economici ed anche la compagine sociale di uno Stato.

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4 INTRODUZIONE 11 Settembre 2000: il terrorismo internazionale sfida gli Stati Uniti d’America ed il resto del Mondo. I governi cercano soluzioni. L’esigenza di contrastare il fenomeno diventa imminente, improrogabile. Si mettono in piedi tutte le strategie più disparate e ci si rende conto che, probabilmente, la più efficace è quella di una lotta diretta al cuore economico di tali gruppi, alle loro risorse finanziarie. Pertanto, tutti i paesi iniziano ad adattare i propri ordinamenti alle direttive che gli organismi sovranazionali emanano, con la comune finalità di prevenire una strumentalizzazione dei circuiti finanziari e bancari da parte dei terroristi, ovvero di contrastare il riciclaggio finanziario. Ma questo fenomeno non ha soltanto un carattere internazionale; anche le organizzazioni criminali locali, non a stampo terroristico, per crescere, svilupparsi o anche solo per sopravvivere hanno bisogno di occultare i propri reati, e pertanto anche l’origine illecita dei loro proventi. L’industria dell’illecito presenta un potenziale economico più vasto di quello che si possa immaginare; si è ramificata nei diversi settori dell’economia, riuscendo a contrastare le barriere apportate dalle novità legislative, di indirizzo comunitario, ed approfittando della nuova idea europeistica di un abbattimento delle frontiere e della conseguente globalizzazione. L’economia legale viene intaccata sempre in modo più invasivo dalle “intromissioni” del mondo criminale e a tutto ciò si affianca una crescente difficoltà nell’identificare le operazioni che esteriormente sono del tutto legali, ma che si differenziano dalle altre per l’illiceità dell’origine dei fondi. Allo stesso tempo, però, la fase del riciclaggio rappresenta il momento cruciale in cui le attività economiche legali e illegali entrano a contatto tra loro; ricordiamo, a tal proposito, che le organizzazioni criminali non potrebbero né utilizzare, né reinvestire i propri proventi senza prima averli ripuliti. Pertanto il momento in cui un soggetto decide di riciclare diventa, anche, l’istante migliore per combattere ed evitare il fenomeno.

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