Le fusioni infragruppo nel settore bancario italiano. La fusione per incorporazione di Banca Antonveneta da parte di Monte Dei Paschi di Siena.
Il cambiamento normativo – regolamentare iniziato negli Anni 80 – 90 nei confronti dei gruppi bancari italiani ha favorito un notevole abbassamento delle barriere all’entrata e ha generato condizioni di maggiore contendibilità dell’attività di intermediazione finanziaria, con un aumento delle pressioni concorrenziali.
Tra i più importanti cambiamenti normativi che hanno portato alla deregolamentazione dell’attività bancaria, ricordiamo la legge Amato Carli del 1990 che ha previsto la liberalizzazione degli sportelli bancari e l’abolizione dei controlli sui cambi e sui movimenti di capitale, il decreto legge Eurosim del 1996 e il Testo Unico della finanza del 1998.
Di fronte a queste continue pressioni concorrenziali, i maggiori gruppi bancari italiani si sono visti costretti a razionalizzare la propria struttura, attraverso incorporazioni e alienazioni di società.
Un gruppo bancario è un’impresa commerciale, avente la struttura di holding di capitali, composta da una banca italiana capogruppo e dalle società bancarie, finanziare e strumentali da questa controllate. Il gruppo viene iscritto in un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia e la capogruppo ha funzioni di vigilanza e di controllo. Nella capogruppo sono concentrate tutte le attività di intermediazione creditizia e le funzioni di coordinamento e di supporto, mentre si tende a mantenere in società separate alcune linee di business per esigenze normative o per rendere più agevole l’eventuale cessione.
La capogruppo deve essere una banca o una società finanziaria con sede legale in Italia, che non sia a sua volta controllata da un’altra banca o società finanziaria; è inoltre necessario che la holding rivesta la forma di società di capitali.
Le imprese facenti parte del gruppo possono essere solo società bancarie, finanziarie o strumentali; non rientrano invece nel perimetro del gruppo le società di assicurazione, le SICAV, e le società industriali.
La forma prevalente di fusione infragruppo realizzata è stata quella per incorporazione, in base alla quale alcune società del gruppo bancario sono state assorbite dalla capogruppo, o dalla sub holding per determinate attività.
Le operazioni di fusione infragruppo sono oggi realizzate per razionalizzare e ottimizzare la struttura dell’intero gruppo bancario, per focalizzare meglio i business, per migliorare l’efficacia distributiva e per sfruttare al meglio le variabili tecnologiche; il vero obiettivo di un’operazione straordinaria consiste nella creazione di valore e oggi siamo consapevoli che le migliori operazioni di razionalizzazione creano vantaggi concreti anche per i mercati ove si realizzano e forniscono un reale miglioramento per l’intero sistema economico.
Ad una fase volta all’espansione dimensionale e a modelli di tipo sostanzialmente imitativo, sembra quindi seguire un periodo di ripensamento degli elementi di vantaggio competitivo alla base del posizionamento di mercato e di ricerca dell’identità strategica della singola banca.
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Informazioni tesi
Autore: | Stefano Cervi |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Finanza |
Relatore: | Matteo Mattei Gentili |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 122 |
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