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Le fonti energetiche e la situazione del gas naturale in Italia

Questa tesi affronta il tema delle fonti energetiche in Italia con un approfondimento per il settore del gas naturale.
Dopo un'analisi del bilancio energetico italiano vengono prese in considerazione le fonti rinnovabili, andando ad evidenziare i loro pregi, le loro potenzialità ed i loro svantaggi. L'analisi continua occupandosi del Protocollo di Kyoto e del contesto internazionale per poi esaminare le potenzialità del nucleare e giungere in fine al gas naturale.
In questa tesi si intende sostenere che il gas naturale può essere una fonte strategica per il futuro, pertanto, dopo un'attenta analisi della filiera verticalmente integrata, si approfondisce il passaggio all'integrazione orizzontale che ha portato all'apertura del mercato. Si ha quindi un'analisi della liberalizzazione iniziata a livello comunitario e recepita dall'Italia col "Decreto Letta", per poi considerare i fondamenti teorici che hanno portato all'apertura alla concorrenza.
Successivamente si analizza la situazione attuale in cui spicca la posizione dell'Eni e l'aggiramento dei tetti antitrust che ha determinato importanti conseguenze sul piano della concorrenza.
Infine, dopo aver trattato il possibile problema di una bolla del gas, vengono analizzate alcune possibili proposte per il futuro come il potenziamento attraverso i rigassificatori e l'affascinante ipotesi che l'Italia diventi un hub per il gas per l'Europa.

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2CAPITOLO 1 UNA PANORAMICA GENERALE DELLE FONTI ENERGETICHE IL BILANCIO ENERGETICO ITALIANO Per bilancio energetico s’individua lo strumento con il quale vengono contrapposte le quantità offerte e domandate di fonti di energia in un determinato territorio (normalmente uno stato, ma talora anche aggregati o parti di uno stato) con riferimento ad un determinato periodo di tempo (normalmente l’anno). Rispetto ai bilanci parziali, che rilevano l’offerta e la domanda di una sola fonte di energia, il bilancio energetico consente di cogliere i rapporti di interdipendenza che esistono fra le singole fonti di energia. Adottando un criterio non restrittivo nella costruzione del bilancio energetico, questo dovrebbe contabilizzare tutta l’energia utilizzata, sia autoprodotta che acquistata, sia proveniente da una fonte stock che da una fonte-flusso. La sua costruzione pone però anche delle grandi problematiche legate a: -mancanza di rilevazione di alcuni quantitativi impiegati che devono perciò essere stimati con larghi margini di incertezza; -incerta definizione del confine entro cui contabilizzare lo sfruttamento dei flussi naturali. Ad es. l’energia solare passiva ( riscaldamento parziale di abitazioni e di serre o essiccamento di prodotti agroalimentari, ecc. ). Nella pratica i bilanci energetici eseguiti dagli organismi nazionali ed internazionali si collocano in posizione intermedia tra i due estremi anche se si avvicinano maggiormente al primo, essi di solito includono i quantitativi che vengono commercializzati 1 . Il bilancio energetico italiano formulato dal Ministero dell’Industria è stato pubblicato per la prima volta nel 1953, è composto dal bilancio energetico vero e proprio, da quattro allegati e da un bilancio di sintesi, ed è presentato sia in quantità metriche che in kcal. Oggetto principale del bilancio energetico sono le fonti energetiche primarie, ossia quelle presenti in natura prima di aver subito una qualunque trasformazione e possono essere classificate in: - fonti fossili: petrolio, carbone e gas naturale; - fonte nucleare: fissione (uranio, torio), fusione (deuterio, trizio) - fonti rinnovabili: classiche (energia idroelettrica, energia termica) e nuove (energia eolica, energia solare (termica, fotovoltaica), combustibile derivato dai rifiuti (CDR), biomassa (legna da ardere), biocombustibili (bioetanolo, biogas)). Le fonti energetiche primarie non sono sostituibili tra loro, in quanto hanno caratteristiche intrinseche diverse che riguardano: il tipo d’energia producibile, la potenza specifica, la scala degli impianti, la disponibilità, i costi di approvvigionamento, i costi di trasformazione, l’impatto ambientale ed i rischi associati. 2 E’ possibile notare che dagli anni ’90 ai giorni nostri il bilancio energetico italiano ha presentato interessanti variazioni, infatti confrontando i bilanci di sintesi in Italia del 1992 e del 2004 vi sono alcune differenze facilmente evidenziabili. La produzione di combustibili solidi che nel 1992 ammontava a 1,451 Mtep nel 2004 è passata a 0,556 Mtep, anche la produzione di gas è diminuita passando da 14,738 Mtep a 10,693 Mtep, mentre invece è aumentata la produzione di petrolio passando da 4,501 Mtep a 5,445 Mtep. Sicuramente molto importanti sono le variazioni delle importazioni, basti considerare che nel 1992 venivano importati 28,316 Mtep di gas contro i 56,024 Mtep del 2004 denotando un’elevatissima dipendenza dall’estero per l’approvigionamento. Infatti, la carenza di disponibilità di fonti energetiche e l’assenza di energia nucleare comportano per il 1 Fonte (L. De Paoli, 1998/1999, Il bilancio e le altre forme di contabilità energetica). A 2 Fonte (L. De Paoli, 1998/1999, Il bilancio e le altre forme di contabilità energetica). B

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