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Le concessioni delle acque minerali: verso la riforma della Legge Regionale Toscana n.38/2004 in materia di canoni concessori e incentivi per i concessionari

Il lavoro di tesi magistrale (110 e lode) si propone, partendo da un'approfondimento del concetto di "acqua minerale" sotto un profilo giuridico, di analizzare il vigente sistema di erogazione delle concessioni per lo sfruttamento dei giacimenti di acqua minerale sul territorio nazionale. Tali concessioni vengono disciplinate da eterogenee e lacunose normative regionali, con introiti modesti per gli enti pubblici. Sottolineati i punti di forza e di debolezza delle normative in vigore, si è spostato il focus sui concessionari Toscani. Grazie alle esperienze personali presso aziende Toscane, si è cercato di giungere ad una proposta legislativa della vigente Legge Regionale Toscana del 2004, introducendo un sistema di premialità ambientale connessa all'utilizzo dell'rPET per l'imbottigliamento e alla modifica dei criteri per la determinazione del canone erogato dalle aziende di imbottigliamento.

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4 ABSTRACT Il presente lavoro di ricerca è stato realizzato in collaborazione con la Regione Toscana, a seguito della proposta di quest’ultima di realizzare un’indagine sul settore delle acque minerali, con particolare riguardo al tema dei canoni concessori. Mentre nel resto del mondo trionfano sulle tavole acque mineralizzate o potabili filtrate, in Italia la bottiglia di minerale è diventata una “componente” immancabile della lista della spesa con un consumo pro-capite che ci pone di fronte alle altre economie e con notevoli ritorni economici per le imprese del settore. Proprio queste ultime sono finite sotto accusa da parte di associazioni a tutela dell’ambiente, che denunciano come il regime delle concessioni, sia basato su delle normative vetuste che svendono la preziosa risorsa idrica attraverso concessioni tacitamente perpetue che non ricompensano l’effettivo valore della risorsa a svantaggio degli enti territoriali. Nell’impossibilità di stabilire un canone che possa essere oggettivamente considerato “equo” per la molteplicità di interessi in gioco, si è proceduto analizzando la normativa di riferimento specifica per le acque minerali, che appartenendo ai “beni minerari” fanno parte del patrimonio indisponibile della Regione, con una delicata sovrapposizione di competenze con lo Stato. Successivamente, il presente lavoro ha analizzato i caratteri principali del settore dell’imbottigliamento di acqua minerale, osservando come, accanto alla presenza di una miriade di concessionari a distribuzione su area geografica ristretta e strategia di primo prezzo, si affianchino otto grandi gruppi del beverage che applicano prezzi di tipo premium e controllano i due terzi del mercato e puntano forte sulla riconoscibilità del loro marchio, attraverso consistenti investimenti pubblicitari e soluzioni di packaging innovativo. Sono proprio questi massicci investimenti che hanno quindi portato gli enti competenti e i fautori della revisione dei canoni a domandarsi se effettivamente nel momento in cui ci rechiamo alle casse per pagare la bottiglia stiamo acquistando acqua o plastica: cercando di dare una risposta, si è quindi raccolto la testimonianza di alcune imprese del settore in Toscana (Acqua e Terme di Uliveto S.p.A. e Fonte Ilaria S.p.A.), prezioso contributo a supporto della valutazione dei dati di bilancio delle medesime società. A tal proposito, il terzo capitolo del lavoro si è concentrato sull’analisi delle normative regionali (o provinciali) in essere, sia dal punto di vista degli importi unitari fissati sugli ettari di superficie oggetto di concessione, sui volumi di acqua imbottigliata e/o sui volumi di acqua emunta, oltre che sui meccanismi di premiazione previsti dal dettato legislativo. L’analisi effettuata ha evidenziato come il sistema dei canoni

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Parole chiave

acqua minerale
concessioni
concessionari
riforma legislativa
regione toscana
legge regionale
economia circolare
canoni concessori
rpet
giacimenti minerari

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