La trasparenza bancaria nel collocamento degli strumenti finanziari derivati
Nel corso degli ultimi anni il mercato finanziario internazionale ha subito profonde trasformazioni caratterizzate dall’aumento esponenziale delle transazioni e dall’affermazione di nuove tecniche di negoziazione e nuovi strumenti finanziari disponibili. Per soddisfare le specifiche esigenze degli operatori nell’ambito della gestione del rischio sono stati elaborati prodotti innovativi e complessi i quali hanno contribuito ad elevare il livello di efficienza, liquidità e lo spessore dei mercati. Tali strumenti sono riconducibili alla famiglia dei derivati.
I derivati si sono rapidamente diffusi sul mercato, coinvolgendo anche imprese non finanziarie, Enti locali, e in misura ridotta le famiglie. Tali attori partecipano al mercato attraverso l’intermediazione creditizia e finanziaria di banche che si propongono quali offerenti di strumenti finanziari derivati, sia per conto proprio che per conto di terzi.
La natura dei derivati è complessa e specialistica e può indurre operatori con un’insufficiente dotazione di strumenti culturali e tecnologici ad assumere rischi eccessivi o non adeguatamente monitorati, accrescendo così le situazioni di asimmetria informativa e di potenziale contenzioso tra chi li programma, chi li distribuisce e la contropartita finale. L’attività di collocamento e negoziazione non dovrebbe perciò essere concessa ad intermediari che non dispongono di capacità professionali e di un’organizzazione di dimensioni coerenti con le effettive esigenze di protezione della clientela. Al fine di prevenire potenziali effetti negativi connessi allo sviluppo dei mercati dei derivati, è quindi necessario che la vendita dei contratti si rivolga a soggetti debitamente qualificati e si realizzi attraverso un elevato livello di trasparenza informativa, elemento fondamentale per garantire la piena rispondenza dei prodotti collocati alle esigenze e ai profili di rischio delle controparti.
La richiesta di maggiore chiarezza nelle relazioni tra banca e cliente relative al collocamento dei prodotti derivati, trova risposta nella nuova direttiva sui Mercati degli Strumenti Finanziari, la cosiddetta MiFID, approvata dal Parlamento Europeo il 21 aprile 2004. L’obbiettivo di tale normativa è proprio quello di rafforzare l’integrità e la trasparenza dei mercati finanziari, in modo tale da limitare gli effetti indesiderati delle asimmetrie informative presenti tra intermediari e clientela, cercando di tutelare i contraenti deboli sprovvisti di un’adeguata cultura finanziaria.
La rapida diffusione degli strumenti derivati presso gli intermediari bancari da una parte ha contribuito a migliorare la completezza e l’efficienza allocativa dei mercati; dall’altra, in seguito allo sviluppo del comparto e alle perturbazioni finanziarie, ha profondamente influenzato le scelte degli organi di Vigilanza nell’ambito del governo e del controllo della stabilità del sistema finanziario.
Al fine di evitare crisi di tipo sistemico, la Banca d’Italia, in collaborazione con la CONSOB, segue attentamente l’operatività in derivati dei soggetti vigilati, anche dettando specifiche disposizioni prudenziali e svolgendo indagini e controlli mirati. Tuttavia, per quanto concerne tali prodotti finanziari spesso le informazioni di Vigilanza e la pubblicità non hanno la dovuta compiutezza e capacità informativa.
A fronte della complessità e della variabilità degli strumenti trattati, risulta a questo punto necessaria un’informazione integrativa, cosiddetta disclosure, la quale possa costituire il presupposto per un costante monitoraggio della situazione finanziaria delle banche, e favorire le Autorità di vigilanza nell’individuare e nel fronteggiare adeguatamente eventuali situazioni di difficoltà a livello di istituzione o di mercato.
Le banche e le altre istituzioni finanziarie dovrebbero essere direttamente interessate ad una più ampia e significativa pubblicità delle informazioni sull’attività di negoziazione e in strumenti derivati, giacché essa fornirebbe a ciascuna istituzione, una visione più chiara del profilo di rischio delle controparti, consentendole di gestire meglio le proprie esposizioni e di operare scelte economiche con migliore cognizione di causa.
Gli intermediari che operano in derivati devono essere caratterizzati da un adeguato livello di trasparenza informativa non solo nei confronti della propria clientela, ma anche nei confronti degli organi di supervisione, i quali attraverso una corretta e trasparente collaborazione con i vari operatori del mercato, saranno in grado di garantire una maggiore tutela della clientela bancaria nonché la stabilità del sistema finanziario complessivo.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Antoniello |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia e della gestione aziendale |
Relatore: | Lucia Gibilaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 86 |
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Financial Derivatives under MiFID Framework
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