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La performance dei fondi comuni: analisi e valutazione economica

Tradizionalmente una attività finanziaria viene valutata lungo due dimensioni: la dimensione del rendimento atteso in un dato arco temporale e la dimensione dell’incertezza associata al rendimento atteso.
Anche la valutazione dei fondi comuni non può prescindere da questi due elementi: il rendimento ed il rischio ad essi associato.
Gli studi sulla valutazione della performance hanno manifestato una continua e progressiva evoluzione, seguendo i diversi modelli di asset pricing proposti.
Si possono individuare quattro generazioni di misure.
La prima generazione di misure di performance nasce con i contributi di Treynor (1965), Sharpe (1966) e di Jensen (1968). Alla base di queste prime ricerche vi è il modello teorico del Capital Asset Pricing Model (CAPM).
La seconda e la terza generazione di misure di performance nascono come risposta ad alcune critiche agli studi iniziali riguardanti, in particolare, la distorsioni generate dall’abilità di market timing dei gestori e la problematica relativa all’efficienza del benchmark nelle regressioni alla Jensen.
La quarta generazione di misure di performance si ispira ai modelli multifattoriali di asset pricing derivanti dalle teorie ICAPM e APT. I contributi più rilevanti in materia sono quelli Connor e Korajczyk (1986) di Fama e French (1996) e di Karhart (1997). Può essere considerato una estensione dell’aproccio multifattoriale anche il modello con il beta condizionale proposto da Ferson e Shadt (1996) e l’analisi degli stili di gestione basata sui rendimenti di Sharpe (1992).
Il presente lavoro propone una analisi delle quattro generazioni di misure di performance proposte, concentrando l’attenzione in particolare sull’approccio valutativo multifattoriale. Alla parte d’analisi di tipo teorico fa seguito una verifica empirica condotta su un campione di fondi italiani.

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8 Introduzione. L�industria del risparmio gestito � cresciuta in Italia a partire dalla prima met� degli anni �90 e si � consolidata negli ultimi anni. Lo strumento finanziario di maggiore diffusione � rappresentato dal fondo comune di investimento aperto. Esso costituisce uno strumento che consente agli investitori, anche con disponibilit� finanziarie limitate, di accedere al mercato dei capitali e di diversificare le loro posizioni di portafoglio. La presenza degli investitori istituzionali ha sostanzialmente incrementato le opportunit� di investimento che si presentano al singolo risparmiatore. Egli pu� scegliere tra diverse alternative: l�investimento diretto in titoli, l�investimento esclusivo in quote di fondi comuni (o di altri organismi di investimento collettivo del risparmio), oppure detenere una posizione mista. La selezione del fondo comune in cui investire richiede normalmente la valutazione congiunta di molteplici elementi. Viene considerata la reputazione ed il nome della societ� di gestione, l�ammontare del patrimonio gestito, il tempo di presenza sul mercato ed altri elementi qualitativi inerenti al gestore. Un altro aspetto importante sono i servizi di assistenza all�investimento e di consulenza offerti al cliente ed il valore delle commissioni di entrata. Tuttavia, la principale determinate economica della scelta resta l�analisi dei rendimenti passati del fondo e la conseguente aspettativa sulla performance futura. La valutazione dei rendimenti dei fondi comuni non � un tema di interesse esclusivo degli operatori di mercato o dei risparmiatori, anche se essi restano i soggetti primariamente interessati al processo valutativo. Il mondo accademico e finanziario ha mostrato un crescente interesse sull�argomento, con numerosi spunti per un dibattito teorico e metodologico, sin a partire dai primi anni �60. Due sono le principali ragioni sottostanti all�interesse degli economisti al tema. In primo luogo la valutazione dei fondi comuni rientra nel tema pi�

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Parole chiave

asset pricing
teorie finanziarie
valutazione del rischio
fondi comuni di investimento
performance dei fondi
rendimento dei fondi

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